
Autore: Paolo Braga, Giulia Cavazza, Armando Fumagalli
Pubblicato da Dino Audino Editore - Aprile 2016
Pagine: 128 - Genere: Saggi
Collana: Ricerche
Da aprile in libreria
Da qualche giorno è in libreria The dark side, un saggio di Paolo Braga, Giulia Cavazza e Armando Fumagalli su bad guys, antagonisti e antieroi del cinema e della serialità contemporanei edito da Audino Editore. Miranda nel Diavolo veste Prada, Christof in The Truman Show, Commodo nel Gladiatore, Fletcher in Whiplash, Frank Underwood in House of Cards… ad accomunare questi personaggi è l’efficacia del “cattivo”, del “lato oscuro”: stanno lì a dimostrare che la sfera del negativo ha acquisito sempre maggiore spazio nella drammaturgia cinematografica e televisiva. Ed è proprio sui modi di raccontare il male sul grande e sul piccolo schermo che si incentra The dark side, andando a riempire il vuoto editoriale lasciato dai principali manuali di storytelling, che all’argomento dedicano pochissimo spazio. Evidenziando le differenze fra i vari tipi di “cattivo” e soffermandosi sul lavoro creativo alla base della sua costruzione narrativa, gli autori usano la pista del negativo come una chiave di lettura per analizzare il cinema e la serialità televisiva contemporanei. In particolare, il primo saggio analizza le funzioni dell’antagonista e la nascita di eroi più complessi, mentre il secondo indaga la trasformazione dell’antagonista in alcuni film recenti; il terzo e il quarto invece ricorrono a dei case studies per analizzare rispettivamente il lato negativo dell’eroe nei film d’animazione e il fascino dell’antieroe nelle serie Breaking Bad, In Treatment, Mad Men, House of Cards.
La sfera del negativo ha acquisito sempre maggiore spazio nella drammaturgia cinematografica e televisiva, soprattutto nelle serie televisive maggiormente seguite dal pubblico. The dark side analizzando i vari tipi di “cattivo” indaga su questi nuovi modi di raccontare il male e l’innovazione creativa che sta alla base del racconto. E’ da molti anni che il rapporto tra protagonista (in genere l’eroe positivo) e antagonista (in genere il cattivo) è stato approfondito e sviscerato dagli sceneggiatori con la creazione di figure complesse. La costruzione di personaggi come Hannibal Lecter e il suo rapporto con l’agente speciale Clarice Sterling è un’evoluzione della raffigurazione buono/cattivo: la personalità dei cattivi deve essere adeguata alla complessità dei buoni e viceversa, come nel caso dei film e della serie tv. Ma con le ultime serie c’è stato un ulteriore passo in avanti: i cattivi diventano i protagonisti assoluti e il pubblico entra in empatia con loro, capovolgendo l’identificazione con il “buono” in lotta contro il male. Questi personaggi presentano, a tutto tondo, il loro dark side, e chiaramente questa nuova narrazione affonda le sue radici nella grande lezione junghiana dell’Ombra. “Ognuno di noi è seguito da un’ombra. Meno questa è incorporata nella vita conscia dell’individuo tanto più è nera e densa“. Carl Gustav Jung descriveva in questo modo il lato oscuro della personalità presente in ciascuno di noi (e sovente rinnegato), quella parte della vita cosciente dell’uomo nascosta dietro la maschera della persona e dell’agire sociale. Il mondo dunque di questi eroi negativi trae la sua linfa vitale, come dice efficacemente Mario Trevi, parafrasando Dostoevskij, dai “sotterranei dell’anima”, presenti in tutti noi. Queste narrazioni delle mille sfaccettature della coscienza umana alle prese con la sete di potere (House of Cards) o con la scelta di sprofondare nell’illegalità (Breaking Bad) affascinano perché sembrano (anche se apparentemente) lasciarsi alle spalle l’eterno conflitto tra bene e male, tra buono e cattivo, e presentare un uomo con la sua ombra alle prese non più con divieti dettati dalla coscienza morale, ma al contrario con consapevolezza e assunzione di responsabilità. Dall’antieroe costruito in maniera troppo lineare, con la malvagità come sola dimensione presente in lui, nelle nuove narrazioni questo eroe negativo diventa il protagonista grazie ad uno scavo della complessità umana, e ad uno slittamento del confronto non più tra bene e male, ma, potremmo dire, tra legale e illegale. Protagonisti nascosti all’ombra del potere o della legge in grado di affascinare con la loro ambiguità, in un contesto dove “i buoni” non esistono più, o comunque non sono immuni da colpe. Frank Underwood di House of cards è pur sempre più sincero nel tentativo di raggiungere i propri obiettivi rispetto ai suoi spesso ipocriti antagonisti, e ne è consapevole, al contrario di loro. E su questa assunzione di responsabilità ottiene la complicità degli spettatori, se non la identificazione nel suo personaggio. Scrive Armando Fumagalli: “secondo alcuni story guru ci sono alcuni film in cui colui che sembra essere il protagonista (per esempio perché il film porta il suo nome) dovrebbe essere chiamato tecnicamente antagonista. Nel caso di Amadeus (Miloš Forman, 1984), per esempio, se i due protagonisti si chiamassero Rossi e Bianchi e non Mozart e Salieri, un qualunque spettatore direbbe che si tratta di un film su Salieri, che è – drammaturgicamente – l’innegabile protagonista del film: è Salieri il protagonista della cornice da cui si diparte tutta la storia in flashback, è il punto di vista con cui seguiamo le vicende, è il personaggio che si fa portatore principale del tema, ed è il character con l’arco di trasformazione più ampio, anche se è una trasformazione tragica, perché compirà definitivamente delle scelte che lo porteranno all’autodistruzione. Mozart è il suo antagonista: non cambia, è una forza della natura che arriva a sconvolgere la vita borghese e tutto sommato appagata di Salieri facendo nascere in lui la folle gelosia che lo porterà all’omicidio e alla pazzia“. “Il punto chiave è – secondo Paolo Braga – il fatto che, nonostante la loro insistenza sul negativo, le storie considerate non sono nichilistiche (…) In effetti queste serie nell’alimentare le ombre morali dei protagonisti, lasciano contemporaneamente allo spettatore Il piacere di una riflessione morale condotta su terreni estremi“. The dark side affronta con vivacità e dovizia di esempi questa complessa tematica evidenziando le differenze fra i vari tipi di “cattivo” e soffermandosi sul lavoro creativo alla base della sua costruzione narrativa. In particolare, il primo saggio analizza le funzioni dell’antagonista e la nascita di eroi più complessi, mentre il secondo indaga la trasformazione dell’antagonista in alcuni film recenti; il terzo e il quarto invece ricorrono a dei case studies per analizzare rispettivamente il lato negativo dell’eroe nei film d’animazione e il fascino dell’antieroe nelle serie Breaking Bad, In Treatment, Mad Men, House of Cards.
Paolo Braga, ricercatore e docente di Scritture per il cinema e la televisione all’Università Cattolica di Milano, ha insegnato anche alla Luiss Business School e alla Scuola Nazionale di Cinema.
Giulia Cavazza, laureata in Lettere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è specializzata nello studio della narrazione cinematografica.
Armando Fumagalli, ordinario di Teoria dei linguaggi all’Università Cattolica di Milano, ha fondato e dirige il Master in International Screenwriting and Production presso la stessa Università, dove insegna anche Storia e linguaggi del cinema internazionale.