Dopo aver letto e recensito il bellissimo romanzo BeatriX, pubblicato da VJ Edizioni abbiamo intervistato per voi Cristiano Venturelli, l’autore nato a Modena, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni, come “Gocce di speranza” (poesia, 2012) e “Il sospiro del mistero” (2019) antologia di racconti che spaziano nei vari generi del fantastico.
Il suo ultimo libro ci ha veramente affascinato, in particolare per lo stile pulito e la capacità di tenere il lettore ben saldo sulle pagine, catturando la nostra attenzione fino all’ultima riga. Attraverso otto domande incentrate sul libro, siamo riusciti a svelare alcuni particolari interessanti, come la passione per l’autore per tematiche sociali e di forte impatto per la nostra società, e anche alcune piccole curiosità sui prossimi lavori. Inoltre nella domanda finale, lo stesso Cristiano Venturelli ci ha consigliato degli ottimi libri per superare la nostra quarantena.
Benvenuto a Cristiano Venturelli. da dove nasce l’esigenza di scrivere una storia che riguarda il mistero e il paranormale?
Sia in questo romanzo che nella mia opera precedente, l’antologia di racconti “Il sospiro del mistero“, ho sempre usato il fantastico come pretesto per affrontare temi attuali e concreti, a volte dolorosi, difficili, ma che hanno, come comune denominatore l’animo umano con le sue mille sfaccettature. Nelle mie opere il protagonista umano (e di conseguenza anche il lettore) viene accompagnato dal co-protagonista fantastico a riflettere su argomenti come la depressione, il lutto, l’aborto, le dipendenze (da gioco, da sostanze, da sesso), ma anche sul valore delle emozioni, della lealtà, dell’amore filiale o sul significato della vita come della morte.
La storia di BeatriX è un romanzo davvero avvincente, quanto c’è di vero e quanto di fantastico in questa storia?
Come riportato nella prima risposta, in BeatriX ho voluto affrontare temi concreti e dolorosi come l’elaborazione del lutto e la depressione, ma anche l’amore coniugale e filiale. Nello stesso tempo BeatriX è anche un’allegoria per raccomandare a ciascuno di noi di usare le proprie capacità al servizio degli altri in quanto, a mio parere, è l’unico modo per salvare noi stessi.
In effetti i personaggi hanno una storia ben costruita alle spalle e sembrano così reali come “Carla” la dottoressa che indaga sulle potenzialità di Beatrice, prendere spunto dal quotidiano secondo lei aiuta lo scrittore a divenire più credibile nei confronti del lettore?
Certamente. Molti scrittori di genere fantastico costruiscono mondi, società e ambientazioni che sono totalmente frutto della loro fantasia. E sono in grado di farlo davvero bene. Nel contempo io preferisco il quotidiano perché ritengo che aiuti maggiormente il lettore a immedesimarsi nella storia e nei suoi personaggi.
I poteri di BeatriX fanno un po’ paura, ma sembrano avere la capacità che l’uomo ancora oggi non è riuscito a sviluppare anche solo scientificamente, ovvero quello di sconfiggere il cancro, come mai la scelta di una tematica così sensibile?
Perché dopo le patologie cardiovascolari il cancro rappresenta la seconda causa di morte per malattia e, purtroppo, è anche quella dove si è ancora lontani dal trovare cure efficaci.
Tutta la storia del romanzo si svolge nell’arco di un’intera giornata, è davvero incredibile: come mai questa decisione?
Volevo che la mia storia avesse un ritmo serrato, capace di tenere incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina. E il ridurla in termini temporali sono convinto che mi abbia aiutato a raggiungere questo tipo di risultato.
Oltre cento pagine per raccontare tutti gli episodi di “BeatriX”, esiste l’ipotesi di un sequel visto il potenziale?
Al momento non è nei miei progetti. Attualmente sto lavorando ad un’altra antologia di racconti e a un romanzo che affronta come tema la tossicodipendenza.
Leggendo alcuni riferimenti sulla sua biografia, abbiamo scoperto che è passato dalla poesia alla narrativa, dove si trova a più a suo agio, o meglio qual’è la forma di scrittura che predilige Cristiano Venturelli?
Sicuramente la narrativa. La poesia è qualcosa di istintivo e richiede un livello di sintesi delle emozioni che io posseggo solo in parte.
Non possiamo ignorare tutto quello che sta accadendo in questi giorni a causa della Pandemia, nella mia quarantena ho potuto godere di diversi libri, tra cui il suo. Lei quali letture vuole consigliare ai lettori di Leggere a Colori, oltre ovviamente al suo bellissimo libro?
Consiglio i libri di amici scrittori, sconosciuti ai più, ma non per questo meno bravi: “Sotto la città e altre storie” di Stefano Frigieri, “Il ladro di anime umane” di Morena Muccini, “Morte al Pala Molza” di Roberto Roganti, “Il cielo in una zucca” di Mauro Sighicelli.
L’intervista finisce qui, grazie per il tempo e auguri per i prossimi progetti letterari…
Vi ricordiamo che è possibile conoscere meglio BeatriX attraverso la nostra recensione. Buona lettura!