Come promesso abbiamo incontrato lo scrittore-romanziere di origini emiliane Maurizio Preti che ci ha parlato del suo nuovo romanzo “La vendetta degli esclusi”, un Thriller intenso ricco di riferimenti interessanti sulla scrittura, visto che il protagonista è proprio uno scrittore, ma anche al giallo poliziesco nazionale che oggi sta passando un periodo di forte crescita in Italia. Non mancano i riferimenti storici legati ad esempio a delle tombe antiche che diventano una “prigione” grottesca per uno dei personaggi del romanzo, dunque abbiamo anche l’elemento storico “misterioso” che arricchisce questa pubblicazione con un mix di particolari intriganti.
Non ci siamo limitati a parlare e scrivere del suo libro, siamo entrati dentro l’animo dell’autore e abbiamo affrontato anche tematiche sensibili. A voi una buona lettura di questa piacevole intervista!
Benvenuto a Maurizio Preti, autore molto prolifico. Da dove prende spunto e cosa innesca il meccanismo per iniziare a scrivere un buon romanzo?
Innanzitutto grazie per l’ospitalità. Domanda interessante: ci sono molte tecniche per farlo, per la verità io non ne utilizzo nessuna, di certo la mia scrittura non segue regole precise. Quello che la scatena è un semplice impulso, un fremito, un dettaglio, un sogno. Nasce da dentro e cerca di esprimersi. Tutto qui. La prima frase è molto importante, in realtà è ciò che mi impegna di più, che darà la svolta a tutto ciò che segue. Per esempio nella Vendetta degli esclusi l’incipit è semplicemente il nostro protagonista in viaggio in autostrada. Spesso quando viaggiamo da soli la nostra mente si confonde. Così il nostro scrittore si perde nei suoi pensieri cercando di risolvere i suoi guai, ma li acuisce invece che trovare le risposte.
In questo caso, visto il tema centrale del suo libro, è mai capitato anche a lei, come avviene al personaggio di questo suo ultimo romanzo, di andare incontro ad un blocco dello scrittore? Se è successo, come ha reagito?
No, io scrivo per divertimento, per passione, per la voglia di portare il dettaglio al suo culmine. Una volta iniziata l’avventura tutta la mia attenzione si pone sulla successione degli eventi, cercando di creare i giusti colpi di scena, ma sempre tenendo conto della realtà. La realtà aiuta sempre, quello che scrivo è quello che succede davvero, semplicemente descritto in modo da scatenare interesse, una scintilla dentro al mio lettore. Dalla realtà alla fantasia il passo è davvero breve.
Complimenti davvero, è un pensiero interessante quello sulla realtà e la fantasia. Torniamo a noi, ci sono tante sfumature in “La vendetta degli esclusi”, si passa dal thriller al giallo poliziesco, personalmente come intensità mi ha ricordato molto lo stile dello scrittore americano Dan Brown. Quanto e che tipo di lavoro c’è dietro un’opera così incalzante?
Grazie del complimento, credo immeritato, Dan Brown è uno degli scrittori che amo di più. Casualmente questo nome è emerso qualche giorno fa su un messaggio Facebook di un amico, che gli contestava la lunghezza dei romanzi. Io invece invidio chi riesce a tenerti sulle spine così a lungo. Tra i suggerimenti che ho ricevuto c’è quello di non avere fretta di concludere la storia. Da un lato mi ha fatto piacere perché significa che il racconto è stato in grado almeno di trattenere il lettore, dall’altro mi spinge ad un maggior approfondimento. È questo che serve per crescere ancora.

Autore: Maurizio Preti
Pubblicato da Amazon - gennaio 2022
Pagine: 192 - Genere: Crime, Noir
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9791280573438
ASIN: B09PM9D7QC

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Uno scrittore sessantenne di successo dopo circa tre anni sembra avere perso la sua ispirazione, decide così di allontanarsi verso un appartamento vicino al mare per un po' di relax, Emma sua moglie decide di non andare con lui e dopo qualche tempo si perdono le sue tracce. Qualcuno ha rapito Emma, dopo aver ritrovato il telefonino di sua moglie lo scrittore scopre una relazione con un altro uomo e quando Mainardi raggiunge l'uomo viene incastrato per il suo omicidio. Nasce così una corsa contro il tempo per rivolvere questo intrigante mistero che sembra legato a degli eventi del passato.

Ho letto e recensito altre sue opere precedenti e mi piace fare dei confronti tra loro: questo suo nuovo romanzo al contrario del precedente “Il quadro delle ossa” affronta un tema interessante come quello della scrittura, si rivede molto nella figura di Attilio Mainardi?
Certamente, devo dire di aver peccato di megalomania perché Mainardi è un grande scrittore. Tuttavia nei miei racconti c’è sempre qualcosa di me stesso, mi sento libero di esprimermi, anche se lo faccio utilizzando i miei personaggi. Su questo punto devo aggiungere che non uso un editore, l’ho fatto in passato, ma ora prediligo il self-publishing. Si può essere favorevoli o contrari a questa scelta, ma, le assicuro, mi consente la massima libertà e principalmente la possibilità di essere veramente responsabile delle mie azioni verso i miei lettori.
C’è molta eleganza nella sua scrittura, in questo libro riesce a raccontare perfettamente alcuni dei personaggi, alcuni di questi vanno incontro ad una sorta di redenzione. C’è forse un messaggio in sottofondo che dobbiamo assolutamente percepire dentro questo libro?
Ha perfettamente centrato il punto.
Ognuno di noi è prigioniero delle sue spinte emotive, che alle volte hanno il sopravvento superando la barriera razionale che ci impedisce spesso di commettere delle sciocchezze. È il caso di Mainardi che preso dall’ira va dritto verso il suo destino trovandosi incastrato nella trappola che gli hanno teso. C’è sempre un piccolo dettaglio di cui non abbiamo tenuto conto e che rimette in discussione la nostra esistenza, facendoci tornare daccapo.
Parliamo di attualità, abbiamo appena superato una Pandemia devastante e adesso lo scenario che si prepara nelle nazioni vicine sembra ancora più critico con gli eventi che riguardano Paesi come Ucraina e Russia: crede che questo avrà un forte impatto sulla vita di tutti noi, sulla letteratura moderna? Sugli scrittori e sulle loro opere? In sostanza è meglio parlarne o dimenticare e guardare da un’altra parte?
Sinceramente sono spaventato sia dalla pandemia che dalla guerra. Per la verità la pandemia ha fatto capolino in uno dei miei romanzi, La riserva di Comneno, ma in modo molto delicato, per non esserne trascinato dentro nell’affanno. Per quanto riguarda la guerra, anch’essa è entrata in uno dei miei lavori, il caso san Giusto. Devo dire di essere assolutamente impreparato. Ho ascoltato con preoccupazione il discorso di Mario Draghi alle camere: checché se ne dica è stato un discorso di guerra. In ogni caso non si sfugge a questi avvenimenti, che lo vogliamo o no, essi saltano sempre fuori tra le righe, in un dialogo, in una descrizione, in una situazione, se ne sente comunque… per dir così, l’odore.
Vista la grande abilità nel descrivere scenari, atmosfere e personaggi diversi tra loro, ha mai pensato di scrivere una vera e propria sceneggiatura cinematografica, magari proprio un thriller-noir?
Sarebbe bello, ho un amico che continua a suggerirmelo. Le cose da fare sono tante. Un impegno del genere richiederebbe tuttavia risorse e conoscenze, che vanno ben al di là del semplice self-publishing per passione.
Voglio rinnovare i miei più sentiti complimenti per questa sua nuova opera, per le risposte schiette a queste domande che sottolineano una persona verace molto sincera. Grazie. Quali sono i progetti futuri per quanto riguarda la sua attività letteraria?
Come ho detto le cose da fare sono tante, in particolare una storia autobiografica, un romanzo storico su Paracelso, relativamente ai suoi ultimi mesi di permanenza a Salisburgo nel tentativo di metterne a fuoco gli eventi che ne provocarono la morte e un nuovo thriller. Sarò felice di avere il suo parere.
Un sentito ringraziamento allo scrittore Maurizio Preti, come avete potuto leggere sempre coinvolto ed impegnato nella sua fitta attività letteraria, è bello attraverso Leggere a Colori riuscire a toccare certi tasti, dare risalto ad opere di un grande livello culturale. Il duro lavoro di questo scrittore merita davvero tutta la nostra attenzione. È bello andare oltre l’opera letteraria, attraversare il confine, fermare il nostro occhio sulla personalità ed il pensiero di autori validi per dare la possibile a noi lettori di sondare alcune curiosità inedite.
Fabrizio Raccis