Autore: Jo Nesbø
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2023
Pagine: 256 - Genere: Horror, Letteratura per ragazzi, Thriller
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806260101
ASIN: B0CL5RBTCB
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Richard è un ragazzino. Ha tanta paura e prova tanto odio. Richard non sorride, combatte e basta. Perché crede che gli eroi siano nati per fare questo. Ma Richard può anche sognare più forte degli altri. E se può avere così tanta paura di sé stesso da odiare il mondo, allora forse può anche sognare così forte da cambiare la propria realtà. Perché quando i sogni ci svegliano, forse vuole dire qualcosa.
Ho paura delle altezze. Ho paura del buio. Ho paura dell’acqua. Ho paura degli incendi. E ho paura dei telefoni. Ma soprattutto ho paura di avere paura. Cioè, non ho paura di avere un po’ di paura, come quando ero seduto con il braccio di papà intorno alle spalle a guardare un film di zombi. Ho paura di avere tanta paura che qualcosa si rompa, che la chiave si spezzi nella toppa, che il corridoio tra la camera da letto e la porta d’ingresso vada a fuoco, di rimanere prigioniero del terrore e non uscirne più.
Richard è un adolescente di città costretto a trasferirsi in un luogo lontano, una comunità che vive “di boschi”. È un ragazzo in guerra con il mondo, perché il mondo gli ha tolto tutto quello che amava. Ma non basta. La sparizione di due compagni di scuola lo catapulta nel mondo della logomagia, oltre che metterlo al centro del mirino di polizia e paese. Nessuno gli crede e tutti lo ritengono colpevole, di una cosa o di un’altra. Quella che segue è un’avventura all’intersezione tra realtà, sogno e paranormale: telefoni mangia-bambini balbuzienti, case stregate e mostri alati si intrecciano ed alternano a sciami di magicadas, manicomi per ragazzi e gemelli siamesi.
Ma non tutto e tutti remano contro. Per prima Rachel, compagna di scuola, spirito guida, cotta amorosa e musa ispiratrice. È lei la prima a dargli speranza. Ma si trasformerà presto da braccio destro a donzella da trarre in salvo, nonchè motivo per non gettare la spugna. Oltre a Rachel, altri lo assisteranno nella ricerca della sua personale verità: Lucas, custode dall’inesauribile fiducia nei ragazzi, che tanto ricorderà al lettore il bidello simpatico e complice della scuola superiore (ne abbiamo avuto tutti uno). E poi Feitha Rice, che non vede ma sa più degli altri. Offrirà competenze da navigato broker di wall street, olfatto da segugio e discorsi tanto filosofici quanto motivazionali. Sarà il suo elegante consigliere. Dulcis in fundo, la signora Zimmer, bibliotecaria schietta e fonte di consigli indimenticabili per adolescenti vittime di bullismo: “Datevi al pugilato e leggete poesie”. Tutti, a loro modo e con diverse sensibilità, aiuteranno Richard a capire che spesso la paura nasconde la parte più pura del nostro animo. E come squarciare quel velo nero sia l’unico modo per non essere più le persone che detestiamo.
Quando però il mistero sembrerà risolto e il male sconfitto, la trappola dell’inganno scatterà inesorabile, le diverse realtà della storia si aggroviglieranno di nuovo su sé stesse, e si verrà scaraventati tutti – protagonisti e lettore – al punto di partenza, increduli sul dove ci si trovi veramente.
La casa delle tenebre, solo in superficie un horror per ragazzi, si trasforma senza soluzione di continuità in un thriller psicologico alla Shutter Island (o la sua versione spagnola, meno conosciuta e più recente, Quando Dio imparò a scrivere). La trama è come nascosta in scatole cinesi comunicanti, imprevedibile, aggrovigliata su sé stessa ed in perenne suspense. Si snoda scoppiettante e ci conduce tra le maglie di una storia dal finale rivelatore di fronte a cui la semplice deduzione non può nulla. Le frasi, pensieri, e citazioni lette in precedenza si riaccendono come lampadine nella mente del lettore ed acquistano significati aggiuntivi nelle diverse realtà su cui si riflettono.
Approfondimento
L’avvincente avventura horror e la trama serrata da thriller fanno scorrere veloce e piacevole la storia. Ci sono però temi sotterranei e trasversali che si pongono come fondamenta – anche morali – in cui la storia di Richard è imbevuta, quasi tentino di toccarci anche l’inconscio.
Per prima l’adolescenza e le sue sfide, anche e soprattutto familiari. L’odissea di Richard va anche letta come la ricerca da parte di un adolescente della propria strada nel mondo. Un percorso dove la gentilezza e l’amore (anche e soprattutto per sé stessi) diventano strumenti di risalita, e dove fidarsi delle persone è come un salto nel vuoto da un palazzo nella notte più scura. Quelli dell’adolescenza, insieme al lutto ed il suo impatto sull’esperienza della vita, anche nella forma di un senso di colpa inspiegabile, sono sicuramente i temi trattati in maniera più apprezzabile. Danno alla storia un carattere inter-generazionale, facendo del libro un prodotto profondo per tutte le età.
E poi la scrittura. La casa delle tenebre è un libro nel libro, dove i traumi del passato vengono rielaborati e trasformati in qualcosa di positivo, in questo caso una scrittura come via di uscita e mezzo di espressione. Il tema dello scrivere e del diventare scrittori si sposa perfettamente con la natura thriller della storia e diventa esso stesso elemento della trama. Spinge il lettore, quasi in un processo di osmosi letteraria, più vicino agli accadimenti, trasformandolo in un quasi-personaggio che non può che strabiliarsi ancora di più del finale.
Però gli scrittori lo fanno, dice papà. Creano storie dalle nuvole.
E infine, il fil rouge forse più affascinante: il legame tra sogno e realtà, tra mente e delirio. Temi trattati da un lato con angolazione esoterica, dall’altro con prospettiva più prettamente psicologica. La combinazione è ben riuscita, e mette la storia a cavallo tra horror e thriller più di ogni altro elemento. La storia di Richard diventa così un viaggio alla scoperta dell’immaginazione umana e di quello di cui è capace, e il libro stesso un sogno dentro ad un sogno, per dirla alla Edgar Allan Poe, i cui versi Nesbø richiama anche come tributo. La casa delle tenebre è per questo un libro che ci fa sognare ed allo stesso tempo vivere in un sogno. Perché forse alla fine sognare è una cosa da pazzi.
Così logico che lo avrei pensato anch’io. Se non avessi visto con i miei occhi che l’impossibile è possibile.
Matteo Quartieri