Autore: Francesca Melandri
Pubblicato da Bompiani - Aprile 2021
Pagine: 368 - Genere: Narrativa, Narrativa Contemporanea, Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, Copertina Rigida, eBook
Collana: Tascabili narrativa
ISBN: 9788830105393
ASIN: B0916G79ZS
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Quando arrivò un pacco per Eva era il 1992, la madre Gerda lo rimandò al mittente. Eva dorme disse.
Gerda è una bellissima donna sudtirolese nata poverissima in un maso, quello di Huber, da un padre scontroso e una madre remissiva. Ad affiancarla sono soprattutto i cugini, perché la sorella e il fratello Peter non faranno quasi mai parte della sua vita se non per uscirne in sordina.
Hermann, il padre di Gerda, ci accompagna dal 1919 fino agli anni ’60, per poi scomparire improvvisamente. La sua vicenda si fa via via meno interessante nel mentre in cui ne conosciamo pienamente il carattere, nato analfabeta si arruola nelle truppe nazifasciste e non si riterrà mai un cittadino italiano.
Gerda ha quindici anni quando viene mandata a lavorare come sguattera presso un albergo a Bolzano dove si cercavano figure sudtirolesi piacenti. Qui la ragazza diventa famosa per l’aspetto fisico e per la bravura, e in poco tempo assume la carica di aiuto cuoco.
In seguito si innamorerà di un uomo del tutto fuori dalla sua portata, il ricco damerino Hannes. Resterà incinta e farà di tutto affinché la figlia muoia, ma alla fine la piccola in grembo sopravvivrà e alla nascita la neomamma decide che questa bambina sarà quello che lei non ha mai avuto, sarà sua e la chiamerà Eva.
Le suore assisteranno Gerda per quasi tre mesi presso un ospedale convento, ma il cuoco dell’albergo, infatuato della donna come molti degli uomini, desidererà il suo ritorno all’albergo con la promessa di mantenere il più possibile nascosta Eva.
La presenza di Eva allietava il lavoro dei colleghi di Gerda, ma era impensabile farla restare; quindi, la madre decise di affidarla al maso in cui abitava Ruth, una giovane ragazza che diventò la sua salvezza.
Le vicende raccontate in prima persona da Gerda in Eva dorme si alternano a quelle della figlia Eva, divenuta adulta, anch’essa di un aspetto abbagliante e con una vita particolarmente infelice, divorziata da un americano con il pallino dei francobolli e fidanzata con Carlo, un uomo sposato e con famiglia; una manager in carriera fortemente concentrata su sé stessa.
Mentre Gerda vive la sua esistenza fra le lotte intestine degli Shutzen e dei soldati italiani, Eva si prepara a partire alla vigilia di Pasqua per Reggio Calabria. L’obiettivo è raggiungere al più presto Vito, il padre che non ha mai avuto.
Vito Anania è un carabiniere calabrese in servizio presso la stazione di Merano e qui grazie a un collega napoletano incontra Gerda e fra i due nasce quel sentimento che incendia i cuori non solo loro, ma di tutte le persone care vicino ai due personaggi: un amore fatto per durare, ma anche per soffrire. Vito vuole sposare Gerda, ma la legge del 1971 impedisce il matrimonio fra un soldato dell’esercito italiano e la sorella di un terrorista. Il fratello di Gerda, Peter, è infatti uno Shutzen dalla nascita, nato e morto di questi ideali, un lottatore all’avanzata italiana in territorio sudtirolese. Vito avrebbe abbandonato l’arma per amore di Gerda, ma la donna preferì terminare il rapporto.
Eva riceve una chiamata da Vito che l’avvisa di essere in punto di morte. Lei, in mancanza di voli diretti, decide di farsi tutta la strada in treno, così durante il viaggio conosciamo alcuni dettagli della sua infanzia, come l’amicizia con Ulli e anche gli insegnamenti di Vito. Eva riuscì a frequentare le scuole superiori su insistenza di Vito, mentre se fosse stato per Gerda sarebbe diventata una cuoca. Eva ha una vita affermata, è una organizzatrice di eventi, digiuna di un affetto paterno.
Gabriele il figlio genetico di Vito, anch’esso carabiniere con due lauree ottimamente conseguite, accoglie con amorevolezza l’arrivo di Eva. Lo stesso farà la moglie di Vito a conoscenza della storia. Gabriele a questo punto consegnerà ad Eva il contenuto di quel pacco che la madre Gerda rinviò al mittente.
Quello che Eva scoprirà allontanerà per poi avvicinare la figlia alla madre e nel momento in cui avverrà questa congiunzione si assisterà al riavvicinamento, narrato, tra Gerda e l’anziano padre, che fino ad allora si era sempre pentito di averla ripudiata dopo averla scoperta gravida.
Approfondimento
Francesca Melandri in Eva dorme ci propone un romanzo generazionale con un’attenzione ai particolari storici a dir poco maniacale condita da tipicità linguistiche dialettali ben amalgamate. La storia non è di parte, ma oggettiva dello svolgimento dei fatti, non sono evidenziati come barbari né i terroristi sudtirolesi né i soldati italiani. Anzi, un episodio decisamente rilevante vide protagonista in questa arcaica diatriba il giovane colonnello Giudici disobbedire all’ordine di fucilazione perpetrato verso le famiglie dei terroristi.
In qualche modo Francesca insegna qualcosa di più sulla storia dell’Alto Adige di cui probabilmente si conosce poco e inebriati dal profumo di fieno conosciamo le tradizioni e le usanze di un popolo che ha dovuto combattere per poter continuare a parlare la propria lingua.
Lo stile è fresco e la prosa alternando la narrazione di Gerda a quella di Eva scorre velocemente emozionando il lettore; l’aspetto umano permane nello svolgimento fino all’epilogo senza lasciare indietro momenti di disperazione e coraggio ed evidenziando con coinvolgimento tutto lo spettro dei sentimenti.
La fluidità della penna di Francesca Melandri è pienamente riconoscibile e fa passare inosservate alcune dimenticanze storiche o alterazioni che nel complesso non arrecano alcun danno alla storia.
Nausicaa Baldasso