
Autore: John Boyne
Pubblicato da Rizzoli - Gennaio 2016
Pagine: 286 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura
Collana: Ragazzi

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Il bambino in cima alla montagna è il racconto di Pierrot, un bambino rimasto orfano, alle prese con l’inizio della seconda guerra mondiale e con i valori dell’amicizia e del razzismo.

Pierrot, un bambino figlio di padre tedesco e madre francese, rimane orfano e deve lasciare Parigi per trascorrere un periodo di tempo in un orfanotrofio nella periferia della città. A Parigi lascia il suo migliore amico ebreo Anshel, futuro scrittore, che comunica con lui attraverso il linguaggio dei segni; ma all’orfanotrofio, per il poco tempo in cui rimane, conosce ben pochi amici.
All’improvviso giunge inaspettata una lettera della zia, la sorella del padre, che, venuta a conoscenza della sua storia, decide di farlo arrivare in treno fino in Austria nella residenza Berghof, quartier generale e casa vacanze di Hitler ed Eva. Durante il viaggio in treno Pierrot viene a contatto con una nuova realtà fatta di prepotenza e superbia, ha uno scontro con un comandante delle SS e con un gruppo di giovani hitleriani e imparerà l’arte del silenzio.
Ma alla casa ci sono regole ferree e per il suo bene e il bene della zia Pierrot cambia il suo nome in Pieter e dimentica il suo vecchio amico ebreo Anshel. Pierrot vede nel Fuhrer un uomo gentile, disposto a prendersi cura di lui, a fargli regali inaspettati e a coinvolgerlo nei suoi progetti. Pieter cresce circondato da donne e con solo una figura maschile da cui prendere esempio; pian piano modifica le sue idee e inizia ad abbracciare il progetto antisemita di Hitler.
Pieter ha l’occasione di conoscere personalità importanti di quel periodo storico come il duca di Windsor e la sua compagna Wallis Simpson. Il Fuhrer lo istruisce, lo fa entrare nelle giovani leve naziste, gli regala una divisa e lo forma nel carattere fino a renderlo irriconoscibile.
Pieter rimarrà inebriato dal potere e si renderà capace di orribili scelte, come far condannare a morte la zia e l’autista del Fuhrer, colpevoli di volerlo avvelenare con uno stollen. Pieter si ritrova così solo nella casa ed esercita sempre di più la sua autorità; Hitler lo coinvolge in riunioni riservate ai soli membri eletti quali Himmler, Bischoff, Goebbels, Speer, nelle quali vengono decisi i piani per la costruzione di nuovi campi di concentramento.
É il 1944 e al Berghof viene organizzata una grandiosa festa di compleanno per Eva Braun. Pieter decide così di invitare Katarina, una sua compagna di scuola, alla festa che si terrà verso sera; ma purtroppo le cose non vanno come Pieter si aspetta, verrà respinto dopo un tentato bacio e si accorgerà che Katarina non prova i suoi stessi sentimenti, ma anzi lo odia con tutto il cuore.
Hitler intanto abbandona la residenza in fretta e furia, ormai solo l’ombra dell’uomo di un tempo, e Pieter, ormai sedicenne, si accinge a entrare nel mondo reale dalla porta di servizio. Il Fuhrer si suiciderà poco tempo dopo e la casa verrà prima bombardata e poi invasa dai soldati americani che troveranno Pieter e lo porteranno in un campo di prigionia, dal quale viene poi liberato. Si sposterà nella Germania del nord e poi fino in Olanda, facendo lavoretti saltuari. Quando deciderà di ritornare a Parigi in una libreria vedrà esposto il libro del suo vecchio amico Anshel. Decide così di andarlo a trovare e lì inizia a scrivere la sua storia.
Approfondimento
Nel personaggio di Pierrot convivono due anime: l’anima pura del bambino che porta rispetto alle persone, che condivide ogni cosa con gli amici, e l’anima nera inebriata dal potere del comando, che passa sopra a ogni cosa senza avere rimorsi.
Ne Il bambino in cima alla montagna viene narrata una delle pagine più buie dell’umanità: l’ascesa e la salita al potere di un uomo e di un’ideologia. Protagonista del libro è l’innocenza, tipica di ogni bambino che viene inquinata da idee malsane e viene trasformata in vita.
Manuela Delfino