Autore: Benoit Philippon
Pubblicato da Ponte alle Grazie - Giugno 2023
Pagine: 432 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Scrittori
ISBN: 9788868338893
ASIN: B0C65XRG8D
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“Vivi la tua vita, tesoro. È corta… anche quando è lunga”.
In un villaggio del Massiccio Centrale francese, all'alba, Berthe Gavignol, una anziana vedova cinque volte, spara contro il vicino e poi contro la polizia. L'ispettore André Ventura la interroga, scoprendo una donna vivace e dal grilletto facile. Nel racconto della sua lunga vita emerge un'incerta dualità: Berthe, serial killer o femminista ante litteram, si svela attraverso le sue azioni violente, portando l'ispettore e il lettore a interrogarsi sulla sua vera natura.
Perché dovevo difendermi. Ero sola. E poi, ero una donna. Ciò non scusa il gesto ma lo spiega.
Centodue anni, trentacinque chili, cinque volte sposa e cinque volte vedova: ecco Berthe Gavignol.
Perché mai una vecchietta così minuta, armata di fucile, si era messa a sparare, alle prime luci del mattino, al suo vicino di casa e poi alla polizia accorsa sul posto? Cosa era mai successo? Perché quegli spari così all’impazzata? Spetterà all’ispettore Ventura scoprirlo, non appena la polizia avrà condotto Berthe in commissariato per interrogarla.
Eccoli lì, uno di fronte all’altro, l’ispettore Ventura e Berthe.
L’ispettore ad assolvere il proprio compito, quello di far rispettare la legge e punire i colpevoli; Berthe, una singolare vecchina che con i suoi modi bizzarri cercherà di motivare quegli spari, ma soprattutto di esporre le sue verità, le sue leggi, quelle leggi di sopravvivenza che nel corso degli anni aveva dovuto far sue e che forse avrebbero voluto essere delle giustificazioni ai suoi gesti.
Ma quali gesti? Quali azioni così gravi avrebbe potuto compiere una vecchietta così “indifesa”?
C’entravano forse quei sette scheletri ritrovati nella sua cantina dalla polizia?
Il ritrovamento di quegli scheletri aveva messo Berthe davvero in difficoltà e allora cosa avrebbe potuto fare?
Cosa dire all’ispettore Ventura per difendersi?
Oramai tutti i telegiornali parlavano di lei come una serial killer, come un’assassina. Doveva cercare di difendersi? Ma in che modo?
L’unica soluzione era quella di raccontarsi, di raccontare tutta la verità, tutta la sua vita… dall’inizio.
Il racconto di Berthe partirà dalla vicenda appena svoltasi, dalla sparatoria avvenuta fuori casa sua per poi iniziare a raccontare di sé stessa, della sua vita; ripercorrere le fasi più importanti e significative della sua esistenza, una vita lunga, ma non per questo felice.
Berthe era nata e cresciuta in un piccolo paesino dell’Alvernia, nella Francia centrale. Nata durante la Prima guerra mondiale, ben presto si era ritrovata orfana di padre e cresciuta prima dalla mamma e poi dalla nonna, Nanà. La sua era stata una vita intensa, piena; piena di emozioni, di dolori, di amori, di sofferenze, di ingiustizie… Aveva vissuto un secolo di avvenimenti. Aveva attraversato due guerre mondiali, tante erano le cose che aveva visto, tante le cose che aveva fatto.
Si era sposata cinque volte e cinque volte era rimasta vedova. Sfortunata o vedova nera?
Cinque mariti: un bottegaio, un cuoco, un ballerino, un artista, un farmacista. Tutti e cinque così diversi tra loro ma tutti con lo stesso destino, quel destino, meno che per uno, deciso da Berthe.
Berthe nei suoi centodue anni aveva cercato sempre di difendersi in un mondo dominato dai maschi, dalla loro forza e dalla loro ingiustificata violenza.
A farsi rispettare e a non abbassare mai la guardia glielo aveva insegnato sua nonna, Nanà, il suo faro, il suo mentore; le aveva insegnato che poteva cavarsela da sola ma purtroppo non era stato sempre possibile.
Poche erano state le gioie per Berthe. Gli unici momenti davvero felici erano stati quelli trascorsi con la nonna e quelli con il suo amore. Il vero amore lo aveva incontrato, la felicità aveva bussato alla sua porta ma ben presto quella gioia e quella serenità erano andate via.
Approfondimento
Ne La centenaria con la pistola, Berthe si racconta, racconta di sé, della sua vita ma tutto ciò che aveva vissuto era un’esperienza comune a tutte le donne della sua generazione, a quelle donne viste come oggetto, costrette a stare in silenzio, ad essere sottomesse e ad obbedire all’uomo – padrone.
Berthe però non ci era mai stata, non era mai stata disposta a soccombere.
A volte aveva preceduto i tempi, aveva cercato di ritagliarsi il suo spazio, di volere e di pretendere la propria indipendenza e il rispetto
Voleva essere indipendente, libera. Era alla ricerca di quella libertà che gli uomini potevano avere ma che alle donne non era concessa. Voleva determinarsi, poter vivere a pieno la propria vita, i propri interessi, i propri amori, la propria sessualità.
Lei era una donna e come tale voleva essere rispettata. Se in qualche occasione il rispetto nei suoi confronti era venuto a mancare, non aveva mai esitato a reclamarlo…era un suo diritto e pretendeva di ottenerlo, sempre e comunque…con qualsiasi mezzo a sua disposizione.
Simona Signoriello