Autore: Ottessa Moshfegh
Pubblicato da Feltrinelli - Marzo 2023
Pagine: 272 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807035357
ASIN: B0BNQFY33D
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Nel villaggio di Lapvona, un anno di siccità sconvolge il legame fragile tra popolo e signore feudale. Marek, il figlio storpio di un pecoraio, trova conforto nell'ostetrica cieca Ina, in grado di comunicare con il mondo naturale. Tuttavia, il prete Barnaba e il signore Villiam temono il suo dono e cercano di mantenere il loro controllo. La carestia mette a dura prova la fede del popolo, ma quando il destino avvicina Marek alla famiglia del signore, forze occulte trasformano l'ordine esistente. Alla fine dell'anno, il velo tra cecità e vista, vita e morte si svela sottile, aprendo nuove prospettive.
Allora tutto cambiò. Le case furono bruciate con dentro i morti per timore che seppellire i cadaveri infettasse il terrreno. I sopravvissuti furono infettati dalla paura e dall’avidità. Il senso di colpa scomparve da Lapvona.
Lapvona è un romanzo geniale e grottesco. La trama avvincente è per chi riesce ad apprezzarne il genere, sicuramente lettori dallo stomaco forte. Visioni raccapriccianti si alternano a una profusa descrizione dei personaggi e del ruolo che interpretano, difficile smettere di leggere quando inizia il coinvolgimento.
Recensire un’opera di questo tipo è un compito faticoso perché la storia è incredibilmente triste e immorale, fino alla scena conclusiva, ma la scrittrice ha rispettato appieno lo scopo di narrare la corruzione che potrebbe scaturire se alla realtà umana mancassero risorse e amore.
Quando all’uomo scarseggia il cibo anche la stessa vita umana perde senso. Non possiamo che restare impietriti nel vivere i momenti in cui Jude si ciba prima di ragni secchi, fango ed escrementi fino a compiere atti macabri di cannibalismo.
Lapvona è un feudo minore in cui Villiam ne è il sovrano, lontamente giusto, petulante, viziato, vanitoso e immaturo. Villiam governa facendo credere al popolo attraverso l’eretico sacerdote Barnaba che le guardie siano a protezione dei terreni ed invece favorisce il banditismo con opere di vassallaggio che alimentano la fiducia dei nordici nei suoi confronti.
Il pecoraro Jude cugino di Villiam ha un figlio Marek un esempio di abiezione fisica e mentale, frutto di un rapporto carnale tra consanguinei e adottato da Jude dopo la violenza fisica su Agata.
In Marek come in tutti i personaggi alloggia la diatriba fra bene e male, da una parte lui cerca disperatamente l’amore, ma dall’altra crede che solo la sofferenza disponga al paradiso, quindi mette in atto condotte masochiste. La sua gelosia è così spietata da portarlo ad uccidere, ma le sue azioni sono assoggettate alla psicologia malata.
Il tuo nome non ha dignità, così la gente mi tratterebbe come una persona normale. Sei tu quello fortunato, Marek. Nessuno si aspetta niente da te. […] Marek prese la pietra su cui era inciampato. Era pesante e a forma di cuore; poteva tenerla in una mano. […] Dio aveva visto? Marek si guardò attorno. Il vento si quietò un istante, poi riprese a soffiare. Non c’era nessun uccello delle rupi, nessun nido. […] Marek era contento che fosse andato via il sole. La sua pelle si raffreddò, il cuore rallentò.
Marek vive un rapporto morboso con Ina, l’anziana strega del paese, che continua ad allattarlo come un infante. Anche Ina come tutti i principali protagonisti è il frutto di una storia tragica, sopravvissuta alle pestilenze del passato si salva nascondendosi in una grotta fino ad essere apprezzata dalle donne come garante delle gravidanze e dei parti. Ina vive nuda e cieca, ma con l’avanzare della storia acquisisce mediante azioni invalidanti perpetrate su altri sia la vista che la bellezza, assicurandosi un futuro a più di novant’anni.
I Lapvoniani timorati da Dio praticano una dieta vegana non cibandosi di animali, ma allevandoli, fra tutti Jude che ama i suoi agnelli come fossero dei figli e li difende con estremo coraggio, ma la fame cambierà le loro abitudini…
La sofferenza è una costante e la si nota maggiormente quando in estate la pioggia viene a mancare e la devastazione si diffonde velocemente infestando ogni animo umano deteriorandolo nel profondo.
Arrivati a luglio c’era poco da discutere, e quelli che erano riusciti a nutrirsi si vergognavano troppo di ciò che avevano messo nelle loro bocche per parlarne. […] Jude aveva smesso quasi completamente di mangiare dopo che erano morti gli agnelli. […] Seppellì gli agnelli nel pascolo […] gli abitanti del villaggio lo scoprirono e quelli gli presero il montone, scannandolo sul posto mentre Jude si nascondeva dentro casa. […]
Jude non sentiva la mancanza di Marek, anche se a notte fonda, quando i morsi della fame erano così forti da farlo quasi impazzire anche lui, pensava che se avesse avuto il ragazzo con sé avrebbe provato un certo piacere nel vederlo morire di fame. Pregava ogni mattina e ogni sera. Si flagellava ogni venerdì. Credeva ancora che ci fosse un Dio là fuori che lo guardava.
Approfondimento
Al termine del romanzo si è sopraffatti da un senso di angoscia incurabile.
Non si percepisce alcuna forma di amore ed anche quello provato debolmente da Marek per il fratello ha una conclusione infausta. Ma nella sua crudeltà è appassionante e a tratti distopico, mi sento di consigliarlo perché la capacità della scrittrice conosciuta per opere minori esplode qui in tutta la sua voracità.
“Certe volte qualcosa di nuovo può ricordarti quello che hai perduto”, disse Petra più tardi cercando di consolarlo. “E tu che ne sai? Hai mai avuto qualcosa di nuovo?” chiese Marek.
Nausicaa Baldasso