Autore: Melissa Harrison
Pubblicato da Fazi - Giugno 2023
Pagine: 276 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259670281
ASIN: B0C4BL7S9L

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Nell'Inghilterra degli anni Trenta, la quattordicenne Edith vive in una dura fattoria, segnata dalla guerra e dalla depressione. Sentendosi diversa e isolata, trova conforto nei libri. Constance, una giornalista di Londra, arriva per scrivere sugli usi locali e diventa l'amica di Edith, ma cela idee insidiose. Mentre il tempo del raccolto si avvicina e le pressioni aumentano, Edith dovrà seguire il suo istinto per evitare un disastro.
Un ritratto commovente di una giovane donna costretta a crescere in un mondo arcaico, con l'influenza patriarcale e il monito contro la nostalgia. Un omaggio alla bellezza della natura, con descrizioni liriche e meravigliose, accompagnate da una storia umana dall'esito imprevedibile, narrata con dolcezza e intensità.

Ma per me quel giorno resta segnato dall’ubriachezza di mio padre, che lo percorreva come un oscuro fiume sotterraneo, e dal filo teso e acceso dello sguardo di Alf. Sapevo che prima di sera avrebbe trovato il modo di sorprendermi da sola, e quel pensiero mi metteva sul chi vive e conferiva una strana, speciale intensità a tutto ciò che mi circondava. Quando ripenso a quel giorno, mi torna in mente il cerbiatto che qualche anno prima avevamo salvato e curato: il modo in cui si immobilizzava ogni volta che uno di noi si avvicinava al recinto. È strano, stupido in realtà, ma certe volte mi viene da piangere al pensiero di quella povera creatura.
Edith Mather è la protagonista principale di L’aria innocente dell’estate, una ragazzina quattordicenne nata subito dopo la fine della Prima guerra mondiale. Ci troviamo in Inghilterra negli anni Trenta, in un’ambientazione rurale fra fattorie e campi di grano, allevamenti e staccionate, immense praterie, ruscelli, rovine abbandonate e spettacolari tramonti che lasciano senza fiato.
Edith ci viene presentata come una strana bambina, che non fa quello che dovrebbe fare una bambina della sua età: al contrario di giocare con le amiche lei lavora prima nei campi insieme al padre e poi passa le giornate a leggere, quello soprattutto è il suo mondo. Molto amata dal padre George e dalla madre, è anche la preferita dei nonni materni. Ha un fratello poco più grande Frank e una sorella Mary sposata e con un bimbo che abita in città e che per volere del marito non si reca mai a trovarli, passa semplicemente dai nonni materni che abitano più vicini al centro.
Fra le due sorelle viene quindi interrotto bruscamente quel rapporto magnifico che le ha tenute unite per anni fino al fidanzamento di Mary. Edith si sente privata della sorella e questa manchevolezza la rende irritabile e gelosa, ma all’arrivo di Constance, una giovane giornalista trasferitosi da Londra in paese per scrivere degli articoli dedicati ai costumi del luogo, riprende tutta la propria vitalità approfittando di questa insolita conoscenza per crearsi una bella amicizia. In paese tutti diffidano di questa giornalista, ma piano piano si abituano anche perché Constance non è affatto una lavativa, anzi, cerca di darsi da fare il più possibile aiutando i contadini ed anche la fattoria in cui vive Edith, la Wych Farm.
Tra i vari personaggi ci sono anche lo stalliere John Hurlock ritornato sano e salvo dalla Guerra, uno dei pochi del villaggio, innamorato esclusivamente dei cavalli Moses e Malachi, un uomo dal carattere animoso e in perenne conflitto con George perlomeno politicamente, e Alf Rose, lo spasimante di Edith che a lei nonostante tutto proprio non andava a genio anche se con lui si prese delle libertà.
Quando successe il fattaccio alla fattoria, Alf prese le distanze da Edith come se fosse stata lei a volerlo o intrigarlo, mentre al contrario era sempre lui che la cercava seguitando a incontrarla contro la sua volontà. Una piccola parte la farà anche una famiglia ebrea composta da madre e neonata scampata alle prime leggi razziali che si rifugerà di nascosto in una fattoria abbandonata e che scatenerà l’ira del paese e della stessa Constance che mal sopportava questo popolo, molto in linea invece con i preamboli dell’imminente Seconda guerra mondiale.
Allora Frank aveva sedici anni e nei campi svolgeva il lavoro di un adulto; nostro padre stava cominciando a fare affidamento su di lui quasi quanto ne faceva su John. Mia sorella Mary, che quella primavera si era sposata con Clive, aveva già un bambino e veniva ormai di rado a Wych Farm, ma una volta alla settimana nostra madre attaccava il nostro pony Meg al calesse e si recava a Monks Tye con una pagnotta o un budino di sugna. Senza Mary mi sentivo stranamente sospesa, come in attesa che accadesse qualcosa, anche se non avrei saputo dire cosa. Era come quando giochi a nascondino e aspetti che qualcuno ti trovi, ma il gioco stava andando per le lunghe.
Il finale è decisamente inquietante e altresì illogico, e arriva quasi improvvisamente, nel momento in cui Edith riesce a liberarsi dalla opprimente cappa della madre e a partecipare a feste e comizi politici con la speranza di un ingresso nella Londra borghese. I caratteri dei personaggi maschili si ribaltano profondamente e George, da padre amorevole e gran lavoratore, diventa ubriaco e molesto, lo stesso John sempre più irriverente, Alf possessivo e invadente, ma anche decisamente falso con malattie campate per aria. Il tutto traballa con un epilogo inaspettato che ha qualcosa di stregato, dove la pazzia e la scaramanzia si mescolano incondizionatamente portando Edith verso una strada di non ritorno che dopotutto lei è capace di accettare consapevolmente.
Approfondimento
La meraviglia di questo potente e affabile romanzo è nell’assoluta mancanza di fretta. Ogni vicenda che vede partecipi i protagonisti ha il suo senso compiuto e ci guida delicatamente senza affanno verso il finale, non esiste un vero filo conduttore perché la storia è composta da tanti piccoli tasselli che vedono Edith diventare adulta a discapito della fanciullezza in un contesto rurale, arcaico e tendenzialmente immobile, i grandi cambiamenti avvengono nella sua vita, ma non attorno a lei, dove chiunque a partire dalla madre e dal nonno fanno in modo che lei non cresca più di tanto e non si allontani dal mondo agricolo di cui fa parte. Edith, protetta dalla nicchia familiare, in un certo senso non aspira a rivoluzioni personali, anche se vorrebbe poter emergere e farsi riconoscere, resta nel suo cantuccio e attorno a esso costruisce la propria esistenza, dove le piccole cose, le abitudini, le consuetudini, le leggi della natura ne contraddistinguono le tinte forti. I sentimenti, quelli sono lasciati alle tinte deboli, perché in fondo poco contano in un mondo agreste e semplice come quello in cui vive. Non c’è particolare tristezza nella storia neppure quando sembrerebbe doveroso compatire la situazione avversa alla protagonista, il lettore arriva ad accettare la versione di Edith che pacatamente restituisce quello che crede che sia successo ricollegandosi alle leggende e alle tradizioni del paese, ai forti legami con la madre e la nonna paterna mai conosciuta, ma della quale percepisce l’energia.
Affascinanti sono le descrizioni minuziose dei paesaggi e delle attività agricole, si resta piacevolmente immersi nei colori del territorio e nella magia della campagna, anche l’impronta patriarcale, le regole e le convenzioni fasciste non inficiano la struttura che prosegue lineare già dall’inizio, intessuti nella narrazione sono anche la paura, la psicosi e il folclore, ma nulla risulta fuori posto o primeggiare, il tutto è condensato piacevolmente in un’aurea di raffinatezza e dolcezza insieme.
Sicuramente un capolavoro che non paragonerei alle opere di Hardy anche se potrebbe avvicinarsi, perché in questa storia non si percepisce quell’ingiustizia sociale tipica dei suoi romanzi, i ritmi sono più lenti e meno colpevoli, è certamente difficile da dimenticare e potrebbe avere degli esiti scenografici.
Nausicaa Baldasso