
Autore: Maurizio de Giovanni
Pubblicato da Rizzoli - Marzo 2019
Pagine: 350 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Nero Rizzoli

📗 Acquista scontato su ibs.it
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
De Giovanni ritorna in libreria con un nuovo filone investigativo edito da Rizzoli e dal titolo “Le parole di Sara”.
Protagoniste indiscusse di questa nuova avventura sono due donne con una capacità innata, quella di leggere il linguaggio del corpo e scoprire verità e misteri scritti sui volti e nei gesti dei malcapitati. L’una l’opposto dell’altra ma allo stesso tempo complementari e indispensabili. Sara Morozzi detta la Mora e Teresa Pandolfi la Bionda, così soprannominate dai colleghi dell’Unità dei servizi di sicurezza per la quale svolgono il lavoro invisibile di intercettazione e lettura del linguaggio non verbale. Colleghe, amiche ma allo stesso tempo avversarie, hanno imparato sulla loro pelle quanto può essere pericoloso l’amore e le sue conseguenze. E proprio per amore che Sara decide di rinunciare a tutto, carriera, marito e figlio compreso mentre Teresa decide di darsi anima e corpo al proprio lavoro diventando in poco tempo direttore dell’unità senza vincoli e senza legami. Dopo trent’anni Teresa cede all’amore o a qualcosa di molto simile per uno stagista dagli occhi ammaliatori: Sergio.
Sarà la sua improvvisa ed inspiegabile scomparsa che costringerà Teresa a chiedere aiuto all’unica persona in grado di essere invisibile e allo stesso tempo incisiva, la sua amica di un tempo Sara. Con l’aiuto del goffo Pardo e della compagna del figlio Viola torna sul campo per aiutare la sua amica ma soprattutto per sentirsi ancora viva.

Ma quello di Sara non era un occhio normale. La circostanza era ancora più sorprendente perché da quando si erano incontrate, una trentina d’anni prima, entrambe avevano riconosciuto le rispettive capacità di analisi. Perciò controllavano con maniacale attenzione la propria mimica facciale, i cenni più impercettibili, la posizione di braccia e gambe, al punto da trasformarli in uno schermo impenetrabile. Per loro, mostrare i segni delle emozioni sarebbe stato come uscire nude per strada. Eppure, in quella frazione di secondo prima di voltarsi, la bionda era apparsa indifesa. Le lenti scure le nascondevano una parte del viso, certo: ma le labbra tirate, con gli angoli appena piegati all’ingiù, erano eloquenti. Inoltre si stava tormentando con la mano destra l’indice della sinistra. Per Sara fu come trovarsi davanti a un caso da manuale: Teresa era terrorizzata, e si rimproverava una grave mancanza. La faccenda diventava sempre più interessante
Maurizio De Giovanni esce con Le parole di Sara, la sua seconda opera in cui la protagonista è la donna invisibile Sara Morazzi. Con questa nuova avventura tenta di conquistare il pubblico arginando i protagonisti dei “Bastardi di Pizzofalcone”, cambiando il registro letterario e arginando completamente il luogo in cui i fatti sono narrati, cioè Napoli. Protagonista delle sue opere di esordio, in questa nuova veste, la città partenopea diventa un mero sfondo poco raccontato e lasciato da parte per mettere invece in risalto i nuovi protagonisti con le loro vicende e le loro personalità.
In Le parole di Sara non mancano i flashback che aiutano l’autore a raccontare il passato di questi nuovi protagonisti e capirne i tratti caratteriali. La trovata geniale è l’invito che ci viene fatto nella prima pagina e cioè quello di cominciare a leggere il libro dalla fine. Si perché è proprio nell’ultima parte del libro che troviamo un piccolo (ma estremamente importante) racconto che meglio fa comprendere Sara, il suo carattere, le motivazioni di alcune sue decisioni e, infine, il difficile rapporto con il figlio. La lettura di questo racconto è solo un invito, ma io ve la suggerisco vivamente.
Sara è una donna invecchiata e ferita dal destino che le ha tolto il suo grande amore per cui ha rinunciato a tutto e dopo anche il suo unico figlio con la quale non aveva nessun tipo di rapporto. È una donna ferita e sola rinchiusa in una prigione fatta di passato e di ricordi e il suo carceriere è l’amore che ha provato e che continua a provare e che non rinnega per un uomo che ora non c’è più.
Teresa invece non ha mai ceduto ai sentimenti, troppo impegnata a far carriera e a essere la “lupa” di adesso affamata di tutto, disposta a tutto pur di fare quello che ritiene giusto solo per se stessa. Ma il destino si fa beffa di lei e lo fa quando la donna, ormai avanti negli anni, abbassa le sue difese e si innamora di chi non dovrebbe. Un ragazzo molto più giovane di lei, bello ma uno stagista dell’Unità. Lei è l’ultima persona che lo ha visto, prima della sua inspiegabile scomparsa, è per questo che la paura delle voci e anche della perdita la spingono ad agire, ma non può farlo da sola, ha bisogno della sua compagna di un tempo, ha bisogno di Sara.
Complementari nella vita come nel lavoro Sara è abile nel leggere il linguaggio non verbale, e coglie i dettagli e le sfumature riuscendo a scoprire quando una persona sta dicendo una bugia e a intercettarne le intenzioni reali. Teresa, aiutata dalla collega era capace di intuire le ragioni delle menzogne, e così insieme formavano una coppia imbattibile. Adesso è fragile, è sola e soprattutto sperimenta la paura, un sentimento a lei fino a ora sconosciuto. Ma anche Sara inconsciamente ha ancora bisogno dell’amica per ritornare a vivere, per sentirsi ancora utile e per cercare di evadere da quella prigione che si è creata. Scovare la verità non sarà facile per le due donne, ma sarà la loro unica speranza per ritornare davvero a vivere.
Approfondimento
Le parole di Sara è un libro attuale dove entrano in gioco politica, intercettazioni, immigrazione e giochi di potere. La narrazione segue le abilità di Sara e ci fa appassionare alla comunicazione non verbale ma fatta di gesti e di sguardi. La trama è interessante, ma con poca ambientazione e scarsa investigazione che lascia invece spazio a un’ampia introspezione dei personaggi e a una forte contrapposizione delle due donne protagoniste.
Una lettura sicuramente piacevole, anche se ho faticato nella prima parte a entrare nello scritto, ma che non possiamo annoverare tra gli “indimenticabili”.
Oriana Giraulo