Autore: Alberto Angela
Pubblicato da HarperCollins Italia - Novembre 2020
Pagine: 352 - Genere: Romanzo storico, Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida
ISBN: 9788869056567
ASIN: B08L15JH2T
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“Nel buio di un tempio, nel cuore di Roma, una piccola fiamma danza come una ballerina.”
La quiete prima della tempesta. In una Roma addormentata, nessuno immagina che da lì a poco il fuoco cambierà la storia della città eterna.
… ancora non esistono il Colosseo e nemmeno le Terme di Traiano o quelle di Diocleziano e Caracalla.
Mancano gran parte dei Fori imperiali, ad eccezione di quelli di Cesare e Augusto.
17 luglio 64 d.C., penultimo giorno di Roma. Nerone è nella sua villa imperiale ad Anzio circondato dalla corte che gozzoviglia sotto il suo sguardo, lo sguardo del padrone del mondo.
L’Imperatore ha solo ventisette anni, ma la vita di corte l’ha appesantito, il doppio mento fa a gara con la pancia a chi è più prominente. Il suo nome completo è Lucio Domizio Enobarbo che lui stesso cambia con Nerone, che significa forte e valoroso.
Poppea invece è ancora una bellissima donna e tutte le donne romane vogliono essere come lei, tutte si pettinano uguale lei, tutte vogliono lo stesso colore dei suoi capelli.
Fascino fuori dal comune, intelligenza acuta, ottima dialettica, Poppea sembra nata per dominare il mondo.
Non si curò mai di avere una buona fama, nonché di fare alcuna distinzione fra mariti ed amanti. Non era schiava di alcun sentimento affettuoso né suo, né di altri; dove scorgeva l’utile, là volgeva la sua libidinosas passione.
Mentre alla villa imperiale si pensa solo ad oziare, due vigilantes pattugliano le strade, sono la giovane recluta Saturninus (Quintus Safeius Saturninus) al suo primo giorno di lavoro, e Vindex (Lucius Herennius Vindex).
Il loro servizio di vigilanza non prevede solo di sedare risse e mantenere l’ordine pubblico ma devono anche sorvegliare che non si inneschino incendi, purtroppo non sono rari a Roma visto i depositi di granaglie, i lumi accesi, lucerne a olio e quant’altro.
Rapidamente quel fuoco diventò qualcosa di molto più importante e simbolico: da pubblica utilità si trasformò nell’anima stessa di quella comunità, e venne racchiuso in un luogo sacro e protetto, […] a custodia di quella fiamma sacra ci sono infatti sei vestali, cioè sei sacerdotesse.
Seguendo Saturninus e Vindex scopriremo, odoreremo, vedremo vita e costumi di Roma ma soprattutto capiremo cosa accadde quel 18 luglio 64 d. C, poco prima dell’alba.
Per ore hanno attraversato i vicoli e i viali e le piazze della città, pronti ad intervenire al minimo allarme, al primo rumore, drizzando le orecchie a ogni urlo nelle case in cerca di un bagliore sospetto tra le sagome nere dei caseggiati.
Approfondimento
Avete mai viaggiato nel tempo? Con L’ultimo giorno di Roma capiterà di farlo, verrete accompagnati da due guide di eccezione, Saturninus e Vindex nella Roma antica.
Camminerete per le strade e tra i monumenti, incontrerete personaggi famosi, come Plinio il Vecchio che, infastidito dall’opprimente caldo, sta fuggendo da Roma, poco dopo incrocerete Tito che invece si dirige alle Terme. Farete la conoscenza anche di personaggi sconosciuti come l’impetuosa pescivendola Aurelia Nais che sopravvivrà al grande incendio. Sentiremo il forte odore di cuoio quando passeremo per i vicoli dove sono concentrate le botteghe dei calzolai o l’odore acre di uomini di fatica o il profumo dolce delle donne che fanno acquisti.
Un pugno ed una carezza nello spazio di pochi secondi.
Roma era già allora una città multietnica e Trastevere era uno dei quartieri più abitati dalla comunità straniere, le più numerose erano quelle degli ebrei e dei siriani che svolgevano il lavoro di “tassisti” dell’epoca, ovvero i lettighieri (portatori di lettiga). Il rapporto tra romani e stranieri era abbastanza pacifico ma non privo di pregiudizi, definendoli personaggi che non mantenevano la parola data.
Roma era sì multietnica ma non multiculturale, gli stranieri potevano seguire le loro tradizioni e cultura dentro casa propria, ma fuori dovevano seguire l’organizzazione e le leggi dello Stato.
Una curiosità visto che spesso la cronaca evidenzia un malfunzionamento dei rifiuti a Roma, pensate che al tempo di Nerone, la rimozione dei rifiuti era capillare ed efficace; di notte gruppi di schiavi pulivano scrupolosamente sia strade che marciapiedi con scope fatte di rami secchi legati tra loro, seguiti da un carro che ne raccoglieva i sacchi e che poi portava ad una discarica fuori città.
Insomma per 352 pagine saremo romani de Roma a tal punto che ci troveremo, camminando per la città, a calpestare il più famoso bassorilievo che noi tutti conosciamo oggi per le sue leggende ovvero la Bocca della Verità. Lo sapevate che era un semplice tombino? I Romani collocavano le divinità un po’ dappertutto, persino per gli scarichi delle acque e infatti il ‘mascherone’ in questione, forse, rappresenta Giove Ammone o il dio Oceano.
La Storia, come spesso accade, arriva silenziosa e in punta di piedi. Ma travolgerà tutto… E tutti.
Alberto Angela ricostruisce, grazie al minuzioso lavoro di ricerca storica, archeologica e meteorologica, l’incendio del 64 d.C. una vicenda che ha cambiato per sempre la storia di Roma.
Lo stile di Alberto Angela è unico, come sono uniche le sue trasmissioni. Il testo è fluido alla portata di tutti, informale ed è proprio grazie a queste caratteristiche che questo viaggio nel tempo è emozionate e avvincente. Quando si legge L’ultimo giorno di Roma capita una cosa strana, si legge con la voce di Alberto Angela e forse, senza accorgersene, gesticoliamo come lui.
Ho finito la lettura felice di sapere che appartiene a una trilogia; non vedo l’ora di leggere il prossimo.
Elena Dell’Ira