Autore: Johan Turi
Pubblicato da Adelphi - Giugno 1991
Pagine: 296 - Genere: Biografico, Autobiografico, Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Biblioteca Adelphi
ISBN: 9788845908347
ASIN: B0CC27HMHL
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Johan Turi, un lappone con gli occhi segnati dal vento, conduce una vita di caccia e guida le mandrie di renne del suo popolo. Nel silenzio della sua mente, elabora un libro che cerca di svelare la vera vita dei lapponi, oppressi come "cani stranieri" da popoli vicini ignoranti. Con precisione e sobrietà, racconta la sua esistenza simbiotica con le renne, offrendo risposte alle domande eterne su cosa significhi essere un nomade e un cacciatore arcaico. Le sue parole rivelano una voce antica, suggerendo che in tempi remoti, ogni cosa sulla terra sapeva parlare e continuerà a farlo al momento del giudizio finale.
E ho capito che il governo svedese vuole aiutarci quanto può; ma non si fanno un’idea giusta della nostra vita e della nostra situazione, perché il lappone non riesce a dire le cose come stanno veramente. E il motivo è che non capisce molto quando sta dentro una stanza chiusa, quando il vento non gli soffia il naso.
Johan Turi è un lappone di montagna. È sempre stato un nomade. Come tutti i lapponi ha migrato con le sue renne fin da piccolo. Può essere considerato un primitivo, ma è l’unico lappone che non è diffidente verso gli uomini di altre razze. È un uomo che ha visto il suo popolo lottare e trovarsi sbarrati i confini perché la vita dei nomadi non era più tollerata. Sa bene che se la situazione dovesse continuare così il suo popolo sarebbe destinato a scomparire. Proprio per questo vuole raccontare la vita del suo popolo per far capire ai paesi loro ostili come sono davvero i lapponi. Hanno sempre vissuto di pesca e di caccia, si spostavano a sud quando arrivava l’inverno, ma furono costretti a fuggire quando arrivarono gli stanziali. Vennero cacciati anche dalle coste quando altri popoli giunsero dal mare. Costretti a rifugiarsi nei boschi più alti trovarono finalmente un po’ di pace. Quando gli stanziali aumentarono sempre di più, i lapponi si ritrovarono costretti a scappare ancora e ancora, senza sapere più dove andare, alla mercè di furti da parte dei norvegesi, che rubavano formaggi, latte, pelli e renne. Per ottenere un pezzo di terra dove stare bisognava pagare una tassa ai norvegesi che se ne approfittavano. I lapponi sono un popolo nomade che quando si sposta a volte fa enorme fatica a riunire le mandrie, soprattutto quando piove e l’aria diventa ancora più fredda. È pericoloso partire con il buio perché le renne si agitano e si mettono a correre, lasciando dietro di loro il carico, a volte si scrollano di dosso anche i bambini, gli passano sopra e li calpestano per andarsi a nascondere in mezzo ai boschi. Anche la cura dei bambini e delle donne partorienti segue un preciso rituale e, questi due gruppi, insieme agli anziani, sono i più difficili da spostare durante le migrazioni
Con Vita del lappone Johan Turi ci racconta la vita del suo popolo, un popolo a tratti difficile da comprendere se non si vive in mezzo a loro, con rituali e tradizioni che a volte possono risultare un po’ brutali, ma che per i lapponi rappresentano la sopravvivenza. Se vuoi conoscere la vera vita e cultura del lappone questo è il libro giusto. Ho trovato la narrazione piuttosto lenta e a tratti ripetitiva. Linguaggio non molto scorrevole, a volte viene omessa la punteggiatura e viene difficile seguire il discorso. La prima parte del libro, dove si racconta delle migrazioni e della caccia può risultare talvolta un po’ violenta. Ho trovato invece molto interessante la sezione relativa alla medicina e alle leggende.
Approfondimento
Muittalus samid birra (Vita del lappone) è stato pubblicato agli inizi del 1900 da Johan Turi. Viene considerato un esempio della letteratura lappone degli inizi. Forse è addirittura la prima opera di un lappone ad essere stata pubblicata. L’artista danese Emilie Demant, che si è occupata della traduzione dal lappone, ha incontrato Johan Turi e l’ha seguito per un anno intero, come collaboratrice. Hanno conversato molto durante quel periodo e questo ha stimolato molto Turi e ha permesso a Emilie di riordinare il materiale che poi avrebbe dovuto tradurre in un’edizione bilingue. Turi è nato nel 1854, proprio nel periodo in cui venivano chiuse le frontiere tra Norvegia e Finlandia e i pascoli invernali cominciavano a scarseggiare.
Poi, crescendo, lo spazio per gli allevamenti continuava ridursi perché Svezia e Finlandia avevano emesso nuove leggi a scapito dei lapponi. Johan Turi, forse non viene considerato il più competente per esprimersi in materia di allevamento di renne perché non vi ha dedicato molto tempo, ma con la sua scrittura ha voluto dare un contributo per far conoscere la vera vita del suo popolo e cercare di cambiarne le sorti.
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