Autore: Margherita Politi
Pubblicato da Liberodiscrivere - Marzo 2020
Pagine: 138 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: L'approfondimento
ISBN: 9788893391887
ASIN: B08Q7YGDK2
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In questa articolata analisi sulla scuola, l'autrice dona questa riflessione che è di tutti, agli addetti ai lavori e non, ma soprattutto al ceto dei decisori politici offre un’analisi schietta e disincantata, che va a colpire le prassi che rendono di fatto inefficaci o peggio, dannose, norme pensate per la tutela e la promozione degli allievi. Ecco allora che, fra gli altri, i temi dell’inclusione, della personalizzazione dell’apprendimento, dell’organizzazione didattica, della formazione dei docenti, della qualità degli spazi e delle attrezzature applicati in un sistema scolastico irrigidito da lacci e lacciuoli burocratici, talvolta sguarnito di personale adeguatamente preparato, afflitto da una cronica debolezza delle singole autonomie scolastiche, diventano paradossalmente le cause di una diffusa inefficienza e inefficacia, non scusabile sino in fondo, perché a pagarne i costi sono proprio quegli alunni che si sarebbero voluti tutelare meglio.
Margherita Politi è un’insegnante che dopo quasi quarant’anni di esperienza ha deciso di scrivere un libro molto importante sulla scuola: A scuola non si respira più. Attraverso questo libro l’autrice ci racconta come la scuola e gli alunni sono completamente cambiati nel corso di questo nuovo millennio e di come anche i metodi di insegnamento oggi abbiano bisogno di un costante aggiornamento. La scuola deve tornare al centro dell’attenzione di noi tutti. Stato e classe politica devono dare dei forti segnali di solidarietà e impegno verso il motore culturale della nostra società.
In questo libro si parla di sfida pedagogica nell’era della globalizzazione, perché oggi più che mai insegnare ed essere studenti non è semplice, anche a causa dell’eccessiva burocrazia, dei tagli alle risorse scolastiche e delle molte difficoltà che insegnanti e alunni devono affrontare ogni anno, impegnati in una battaglia per la sopravvivenza di una risorsa indispensabile come lo studio scolastico.
“Oggi la scuola deve accogliere i cambiamenti di una società che muta di giorno in giorno e i bisogni che i ragazzi manifestano, non dimenticando il suo vero ruolo, quello di formarli ed educarli a diventare cittadini del mondo” così scrive Margherita Politi. Riflettendo, in un periodo difficile come questo, mi viene da pensare come in effetti oggi in Italia a causa della pandemia, responsabilità e di conseguenza le difficoltà sono aumentate o addirittura triplicate, ma voglio domandarmi: si può fare di più? Chi di dovere sta facendo tutto il possibile per migliorare questa triste situazione?
In A scuola non si respira più l’autrice parla delle categorie più in difficoltà, come coloro che soffrono di “analfabetismo funzionale”, una tendenza in forte aumento tra gli studenti. I giovani di oggi nonostante l’utilizzo di molti strumenti tecnologici come telefonini, pc, tablet e internet, sembrano trovare maggiori difficoltà nell’esprimersi in modo corretto abituati a interagire in un mondo frenetico e immediato.
Dunque se la scuola è al collasso, da dove dobbiamo ripartire? Qual è la giusta soluzione? L’autrice espone il suo pensiero attraverso la sua lunga esperienza in ambito scolastico, da genitore e poi da insegnate, ci propone di esaminare i vari aspetti e le dinamiche che ci posso spingere verso la diagnosi di questo colosso immenso che sta soffrendo molto a causa di un sistema problematico:
Ci sono molti aspetti da analizzare, non è certamente semplice inoltrarsi in un campo così complesso e delicato, ma è venuto il momento di farlo. Gli insegnanti non possono continuare ad insegnare in classi dove, prima dei ragazzi esiste la burocrazia, dove la maggior parte degli allievi è un BES, ragazzo/a con bisogno educativo speciale. Mi soffermerò molto sul problema dei BES nelle classi in quanto ormai vi è un sovraffollamento di alunni che giungono alla secondaria con diagnosi di ogni tipo. Cosa non funziona? I nostri bambini/ragazzi necessitano davvero di bisogni speciali o semplicemente hanno lacune di base enormi, non sanno scrivere neanche sotto dettatura lenta, non sanno minime procedure matematiche né semplicemente far di conto, non parliamo dello stare attenti? Nei BES 15 sono inclusi i ragazzi DSA (con disturbi specifici di apprendimento): sono davvero tutti dsa? Cosa non va nella primaria? Cosa non va nella materna? Anche le maestre/i si lamentano della mancanza di attenzione dei loro bambini. Altro problema nelle classi è l’inserimento degli allievi molto gravi portatori di handicap, con l’impossibilità, talvolta, di fare lezione a causa della severa sintomatologia di questi ragazzi non riuscendo ad apportare giovamento neanche a loro.
Che dire poi nell’introduzione, durante il corso dell’anno scolastico, di allievi stranieri che non riescono a comprendere la nostra lingua? Gli insegnanti di sostegno specializzati sono pochi, i mediatori culturali anche…come può un insegnante insegnare e un allievo apprendere? La scuola, immersa pienamente sul problema dell’integrazione e dell’inclusione, si dimentica dei ragazzi “normali”, quelli non etichettati i quali finiscono per annoiarsi durante le lezioni. La nostra scuola quindi, per lungo tempo presa a modello in Europa, non forma più né i ragazzi più fragili, né quelli con adeguate capacità di apprendimento. E le strutture? Troppe e fatiscenti, senza attrezzature idonee allo svolgimento di attività motorie e laboratoriali. L’abbandono scolastico è a livelli spaventosi, i docenti sono privi di alcuna considerazione, gli allievi sempre più stanchi e affaticati.
Le regole? In Italia ne abbiamo, anche troppe, ma non vengono rispettate. Se vi è dunque tanto malessere a scuola, in qualche modo bisognerà intervenire. Sono abbastanza formati i nostri docenti? Come riuscire ad arginare l’intrusione esagerata dei genitori che giustificano qualsiasi azione dei propri figli? Manca totalmente il rispetto per l’insegnante dalla più tenera età. L’educazione pare non interessare più alcuni genitori. Occorre che la scuola se ne faccia carico, almeno per quanto riguarda le regole della convivenza civile.
Negli ultimi dieci anni la situazione scolastica in Italia è crollata, e come dice il libro siamo finiti negli ultimi posti a livello mondiale per quanto riguarda l’efficienza scolastica. Com’è successo? Siamo passati da avere le migliori scuole del mondo con tutte le risorse possibili e immaginabili, al punto più basso della nostra storia dove i genitori sono costretti ad auto-tassarsi per poter acquistare materiale didattico come gessi, toner, fogli per la stampa, perfino la carta igienica. Questo libro importante mette in evidenza tutte queste difficoltà e ci aiuta a riflettere sulle decisioni da prende affinché questa situazione possa migliorare il prima possibile.
Quest’insegnante ci racconta la scuola di oggi e ci fa conoscere le potenzialità di ogni singolo elemento. Ci parla di integrazione attraverso l’inclusione scolastica, di allievi diversamente abili, o affetti da disturbo dell’attenzione, del ruolo importantissimo degli insegnanti che tutti i giorni si sacrificano lavorando duramente senza l’aiuto necessario. Sono rimasto davvero colpito da A scuola non si respira più, non conoscevo bene tutte queste problematiche legate alla scuola, ma mi rendo conto che ci sia urgente bisogno di fatti concreti in favore di studenti e insegnanti per fare in modo che le future generazioni possano godere a pieno della cultura, un bene necessario come l’aria, così la scuola deve permettere a noi tutti di “respirare aria buona” attraverso l’aiuto delle istituzioni.
Approfondimento
A scuola non si respira più non si limita a evidenziare le qualità negative della scuola italiana ma riesce a mettere in risalto i bisogni di alunni e insegnanti. Sfogliando pagina dopo pagina sono capitato in alcuni capitoli che parlano di argomenti davvero forti come Jet lag, una sindrome che colpisce molti ragazzi facendogli perde ore notturne di riposo, questo ricade sugli studenti come un grosso macigno che non gli permette di concentrarsi durante le lezioni o i compiti in classe. L’autrice ha dedicato alcune pagine anche all’ansia che è divenuta una delle più grandi piaghe del nostro secolo: molti studenti soffrono di “ansia scolastica” per alcuni potrebbe sembrare eccessivo, invece ci sono studenti che a causa dell’ansia e dell’eccessiva preoccupazione hanno un abbassamento del rendimento scolastico, difficoltà a inserirsi nell’ambiente scolastico con i propri compagni, perdita dell’autostima e della concentrazione. Non solo, nel libro si parla anche di bullismo, un argomento davvero importante e delicato: i ragazzi oggi non sono capaci di difendersi, sono sempre più fragili, e anche la loro aggressività è il frutto del bisogno di nascondere delle enormi insicurezze.
Devo fare davvero i complimenti a Margherita Politi perché attraverso questo libro è riuscita a mettere in evidenza i punti deboli del nostro sistema scolastico, ha tracciato una via per fare in modo che le autorità competenti intervengano il prima possibile per migliorare le nostre scuole, per dare speranza al nostro futuro. Da genitore ritengo davvero importante che questo libro venga diffuso e portato all’attenzione di ministri ed enti specifici che si occupano del sistema scolastico, questo è il mio augurio.
Tutte le informazioni al suo interno sono un tesoro prezioso da divulgare. Il materiale all’interno di questa pubblicazione è davvero tanto, spero con questa breve recensione di avervi fatto apprezzare quest’opera davvero degna di nota.
Fabrizio Raccis