
Autore: Luca O'Connor
Pubblicato da We Edizioni - 2020
Pagine: 452 - Genere: Romanzo storico
Illustratore/illustratrice: Gaia Leandri Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9791280240040
ASIN: B08LJN18BB

📙 Amazon (spedizione gratuita)
📙 Versione Kindle
🌐 Sito - Pagina Ufficiale
🎬 La video recensione su Youtube
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Gabi Goldschmied è un giovane ragazzo ebreo che vive nel nord Italia insieme a sua madre e ai suoi fratelli. Un ragazzo come tanti, che non ama lo studio ma vorrebbe divertirsi in ogni momento. I suoi più cari amici sono Arielle, Benito e Pietro, anche loro ebrei, sono gli unici amici con cui si confida. Sono tempi bui per l'Italia dove vengono emanate le prime leggi razziali che limitano poco alla volta la libertà degli ebrei.
La vita di Gabi però inizia a cambiare quando un giorno, tra i banchi di scuola, inizia a stringere una forte amicizia con Friedrich Von Shliffen, un ragazzo tedesco che presto si scoprirà essere il figlio del Capo della Gestapo.

L’aquila e la stella è un libro scritto da Luca O’Connor che ci racconta il dramma della guerra e la discriminazione che hanno subito anche in Italia gli ebrei nel 1938. Ma non solo, ci racconta il potere e la forza dell’amicizia. La storia che ci viene raccontata è ambientata nella pianura padana, il personaggio principale è un giovane ebreo di nome Gabi Goldschmied che vive nel nord insieme alla sua famiglia, sua madre e i suoi fratelli. Il giovane odia la scuola, forse anche lavorare, di certo preferisce girovagare per la città libero da ogni regola, l’unica materia scolastica che riesce a tenerlo un minimo impegnato è la lettura espressiva e il disegno.
Benito e Pietro sono due ragazzi fiorentini che sono molto amici di Gabi, emigrati in territorio lombardo sono uniti come se fossero fratelli. Nei primi capitoli c’è una calma apparente, ancora i ragazzi non sono consapevoli delle misure più pesanti nei confronti degli ebrei. Gabi viene incuriosito da un nuovo compagno di scuola, Friedrich Von Shiliffen un giovane tedesco, che si scoprirà durante il periodo più buio della guerra, essere il figlio del capo della Gestapo tedesca. I due amici di Gabi guardano con diffidenza questo ragazzo che parla poco, veste in modo ordinato e sembra nascondere qualcosa “dobbiamo stare molto attenti, ragazzi. A me quello non piace.” dice Pietro. Questo brutto presentimento si realizza quando Friedrich colpisce con un pugno Gabi e avverte i ragazzi di un imminente pericolo a causa della loro razza ebrea, “guardate i giornali e ascoltate la radio” dice, poi si allontana lasciando Gabi a terra con un occhio nero.
“La mattina dopo Gabi uscì di casa molto presto. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte dopo aver letto quelle cose sul giornale. Non riusciva nemmeno a capire perché sua madre tenesse nascosti quei ritagli. Passò attraverso i lunghi cancelli della scuola, attraversò il cortile coperto da un manto di foglie rosse e iniziò a cercare Friedrich. Lo vide seduto sullo stesso marciapiede in cui si trovava il giorno prima. Si avvicinò a lui. «Ho bisogno di parlarti.» Friedrich si accorse di lui e lo guardò sorpreso. «E di cosa?» «Ho trovato dei ritagli di giornale nascosti a casa mia. C’è scritto che in Germania quelli come noi spariscono. Dimmi se tutto questo è vero.» «Certo che è vero. E con questo?» «Ma che succede nel tuo paese? Qual è il motivo per cui accade tutto questo?» Friedrich si alzò non appena sentì suonare la campanella della scuola. «Non ti riguarda.» Friedrich gli voltò le spalle e fece per andarsene.”
Nonostante inizialmente Friedrich continui a respingere con violenza le azioni gentili di Gabi sia fisicamente con spinte e pugni e poi verbalmente con offese gratuite a motivo della razza, i due finiranno per diventare buoni amici grazie alla perseveranza di Gabi. Un giorno proprio lui ribattendo alle affermazioni di Friedrich dice: “Sei un compagno di classe come tutti gli altri. Non hai nulla di diverso. E nemmeno io.” In questa breve frase c’è una grande lezione, l’autore ha utilizzato questi episodi difficili per far risplendere la luce della fratellanza, nonostante le difficoltà Luca O’Connor in questo romanzo ci racconta quanto è importante distruggere le barriere dell’odio razziale attraverso la non violenza.
Perché è davvero importante ragionare con la propria testa e non farsi indottrinare da pensieri sbagliati come il nazismo, nel caso di questi personaggi narrati. Nei primi capitoli Friedrich afferma che è stato il padre ad inculcargli queste “ideologie” sbagliate, dicendo: “Perché quelli come te non possono parlare con quelli come me.” “E chi lo ha stabilito?” chiede Gabi, “Mio padre.” afferma l’altro ragazzo. Alla fine il ragazzo tedesco capisce di aver recato del male a Gabi, e chiede scusa per averlo colpito sul volto qualche tempo prima, questo è l’inizio di una profonda amicizia che verrà continuamente messa in pericolo con l’evolversi della guerra, con le restrizioni sempre più severe verso gli ebrei come Gabi e i suoi amici.
Luca O’Connor è stato davvero abile nello scrivere una storia molto toccante, in uno scenario di violenza e razzismo come quello che abbiamo attraversato realmente nel periodo della seconda guerra mondiale, il libro L’aquila e la stella ci insegna a credere all’amore e alla pace, anche nella fratellanza nonostante tutte le crudeltà subite. Consiglio vivamente la lettura di questo libro che affonda le sue radici in un periodo storico che deve essere raccontato continuamente ai giovani, abbiamo tanto da imparare da questa storia, come dagli errori che sono stati commessi in passato. Soltanto in questo modo possiamo tenere viva la memoria di tutte quelle vittime innocenti.
Approfondimento
Una delle tante cose interessanti di questo libro è la copertina che ritrae i due ragazzi Friedrich e Gabi, il primo con la divisa dell’esercito tedesco e il secondo indossa lo yarmulka un copricapo tradizionale ebreo, una distinzione significativa tra i due ragazzi come sottolinea il titolo citando due simboli evidenti l’aquila tedesca stemma della Germania nazista dell’epoca, e la stella ebraica o “stella di Davide” che rappresenta la civiltà religiosa ebraica, simbolo che nel periodo della guerra era stato usato dai tedeschi per classificare le razze dei prigionieri o le classi sociali da mettere al bando.
Vedere questi due simboli vicini tra loro fa un certo effetto, ma ci permette di riflettere su quel triste momento storico che abbiamo vissuto nel periodo bellico anche qui in Italia, in quel triste passaggio storico dove milioni di ebrei vennero sterminati nei campi di concentramento senza nessuna pietà dal regime nazista e fascista.
In conclusione, questo libro ci concede una grande riflessione, abbiamo bisogno di questi rammemoratori, per non dimenticare mai di indagare negli errori del passato, per divenire giorno dopo giorno persone migliori.
Fabrizio Raccis