
Autore: Dominique Manotti
Pubblicato da Sellerio - Settembre 2016
Pagine: 416 - Genere: Noir
Collana: La Memoria
Dal 15 settembre in libreria
Con Il sentiero della speranza, edito da Sellerio, fa il suo debutto in libreria il commissario Daquin, il personaggio nato dalla penna della scrittrice francese Dominique Manotti. Siamo a Parigi, nel 1980. Una piccola prostituta thailandese viene trovata morta in uno dei tanti laboratori tessili del Sentier, un quartiere abitato in prevalenza da lavoratori turchi clandestini. Le indagini sono affidate al commissario Daquin del X Arrondissement: bello, colto, a capo di una squadra dai metodi non proprio ortodossi. Quella che all’inizio sembra una inchiesta di routine sulla prostituzione minorile, si rivela una intricata matassa in cui il traffico di armi e droga si mescola con pornografia e politica, mentre contemporaneamente scoppia la rivolta sindacale degli operai tessili del Sentier, capeggiati da Soleiman, informatore e amante del commissario. Il sentiero della speranza è un noir ad alta tensione, che potrebbe far pensare a Ellroy se ambientazione e personaggi non fossero così francesi; a tratti le atmosfere rimandano semmai a Simenon. Perché è la società parigina che Dominique Manotti racconta, con i suoi intrighi e le sue ambiguità. Vero protagonista del romanzo è il Sentier, un quartiere interamente clandestino, dove tutto si svolge sì al di fuori della legalità, ma che funziona perfettamente secondo le proprie regole. Daquin – personaggio che qui è al suo esordio, protagonista poi di altri tre romanzi dell’autrice francese – è un poliziotto omosessuale senza complessi, sofisticato e deciso, che in questi ambienti sa come muoversi. Il commissario è disponibile al compromesso e agisce al limite del lecito, perché nell’umanità senza eroi di Dominique Manotti anche i «buoni» mostrano il loro lato oscuro. Le inchieste di Daquin mettono in luce un universo criminoso stratificato, realisticamente una rete più che una gerarchia, che unisce criminali di strada, vittime e violenti, viziosi, colletti bianchi, poliziotti corrotti e doppiopetti. La creatrice della serie, economista di professione, ha composto con i suoi polizieschi una specie di antiepopea del capitalismo che letterariamente denuda tutti gli inghippi attuali: la finanziarizzazione dell’economia; il tritacarne della globalizzazione; il brodo impurificabile di mercati neri ed economie sane, e di pace e guerre; il cinismo dei governi; la complicità dei corpi separati dello stato. Nel suo stile scabro che guarda con gli occhi dell’investigatore, scrive gialli al servizio del pensiero critico. Ma capaci di fare respirare al lettore le atmosfere umane e ambientali, secondo la grande tradizione del polar francese.
«Solo un noir poteva raccontare il Sentier, un quartiere così vivo, pieno di contrasti, opaco, nel cuore di Parigi, al di fuori della legge, e fortemente autoregolato. Ed è più di uno scenario: ha fornito tutti i personaggi del romanzo, forti, passionali e marci».
Al Sentier, un quartiere parigino di immigrazione turca, è in corso uno sciopero dei lavoratori stranieri: chiedono il permesso di soggiorno e il libretto di lavoro. In un laboratorio clandestino di confezioni, viene rinvenuto il cadavere di una baby prostituta thailandese. Durante il sopralluogo, i due poliziotti che s’incaricano dell’inchiesta scoprono tracce di eroina. Questo connette l’omicidio al lavoro della squadra speciale del commissario Daquin, che indaga su una «rete turca» in seguito alla soffiata della polizia tedesca. La droga turca è nelle mani dell’estrema destra e rientra nei ramificati contatti di questa in quel marasma politico della regione tra Anatolia Iran Iraq… Siamo negli anni Ottanta del Novecento, nel pieno del boom della moda, agli inizi dell’ondata migratoria, quando nuovi eventi in quella parte del mondo si preparano a rovesciare la storia. Ma «una piccola prostituta thailandese strozzata e nuda non casca dal cielo in un laboratorio del Sentier». Così Daquin trova la pista che può portarlo in alto, verso traffici internazionali, dove tutto, dalla droga ai bambini alle armi alle guerre, si scambia e, come una piramide rovesciata che tocca il vertice di un’altra piramide, s’incontra col mondo degli affari onesti. E in quel punto di contatto, il poliziotto scova una donna inquietante.
Dominique Manotti è stata una militante politica e sindacale, e insegna storia economica all’università. Dal 1995, con l’intento esplicito di continuare il suo impegno sociale per altre vie, ha scritto una decina di noir con al centro cospirazioni economico-finanziarie. Quattro di essi hanno come protagonista il commissario Daquin. In Francia, ha ottenuto i principali premi letterari per il giallo: il Prix Mystère de la critique (2002 e 2007) e il Grand Prix de la Littérature Policière (2011). Con Sellerio ha pubblicato Oro nero (2015) e Il sentiero della speranza (2016).