
Autore: Biagio Goldstein Bolocan
Pubblicato da Feltrinelli - Aprile 2017
Pagine: 256 - Genere: Gialli
Collana: I narratori

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Dal 6 aprile in libreria
A sessant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Boris Pasternak, è appena arrivato in libreria Il traduttore, un romanzo giallo di Biagio Goldstein Bolocan, edito da Feltrinelli, che prende le mosse proprio dalla celebre vicenda editoriale legata alla pubblicazione de Il dottor Živago. Tra intrighi e giochi di potere, Il traduttore mette in scena tutta la fragile bellezza delle passioni umane: un giallo intelligente e raffinato, dal ritmo incalzante, che trascina il lettore nell’Italia di fine anni Cinquanta, tra complessi intrighi internazionali e tortuose piste investigative.
“Tre giorni fa la polizia ha trovato il corpo senza vita di un uomo. Era un traduttore. Lavorava a un libro piuttosto scottante: Il dottor Živago di Boris Pasternak. Le dice nulla questo nome? La traduzione è sparita. È di vitale importanza che lei riesca a entrarne in possesso.”
Milano, ottobre 1956. Una città in rapida trasformazione e un anno cruciale nella scacchiera della Storia, nel quale si consuma la crisi dell’ordine scaturito dalla Seconda guerra mondiale e si addensano in cielo nubi oscure, dalla rivolta ungherese alla crisi di Suez, che sembrano preparare una nuova, immane tragedia. Ma nel 1956, nonostante le tensioni della Guerra fredda, Milano è anche una metropoli sferzata dall’energia del neocapitalismo, dove fioriscono tante nuove iniziative imprenditoriali che ne confermano il ruolo di capitale culturale del paese. Alla neonata casa editrice Feltrinelli si respira un’aria di trepidante attesa: l’editore ha scoperto un romanzo straordinario, il “Dottor Zivago” di Boris Pasternak, un poeta russo inviso al regime, e ne sta preparando in gran segreto l’uscita in anteprima mondiale. La traduzione è affidata a Cesare Paladini-Sforza, raffinato slavista e uomo gradito a Pasternak, che solo di lui si fida. Quando Paladini-Sforza viene trovato morto nella sua abitazione in via Borsieri, il vicecommissario Ofelio Guerini – un’anomala figura di questurino-partigiano “ferrarese di nascita, milanese d’adozione, funzionario di pubblica sicurezza per caso, comunista per necessità morale, uomo del dubbio e della riflessione sfiancante, perdente per vocazione ma non per scelta” – capisce subito che sarà un’indagine complicata: non è chiaro se si tratti di un suicidio o di un omicidio, dato che la vittima lavorava a un’opera scomoda, destinata a suscitare grande clamore. Più Guerini procede nelle indagini sulla morte del traduttore, più affiorano piste oscure, si squadernano interessi politici internazionali e gli danzano attorno figure equivoche e sfuggenti, che cercano di condizionarlo e di orientare le indagini. Nel cielo si addensano le nubi oscure della Storia − la Guerra fredda, la rivolta ungherese, la crisi di Suez − e attorno al vicecommissario danzano figure equivoche che cercano di condizionarlo e di orientarne le indagini. In questo labirinto, l’inquieto Guerini dovrà trovare la bussola. La Storia incombe e gli impone di scegliere: quale fra le tante storie possibili lo condurrà alla verità.
Biagio Goldstein Bolocan (Milano, 1966), una laurea in Storia all’università Statale e un intenso impegno politico nell’organizzazione giovanile del Partito comunista italiano, ha lavorato come insegnante di Storia e Italiano presso le scuole civiche serali e poi come editor di materie umanistiche per la casa editrice scolastica Bruno Mondadori. Ha pubblicato numerosi manuali di storia per la scuola e tre romanzi, Il lato oscuro della luna (Cairo, 2012), Una guerra privata (Cairo, 2013) e Il traduttore (2017).