Autore: Paolo Barbaro
Pubblicato da Marsilio - Ottobre 2016
Pagine: 144 - Genere: Narrativa Contemporanea
Collana: Romanzi e racconti
Dal 27 ottobre in libreria
A partire da domani potrete trovare in libreria Le due stagioni, un romanzo ancora inedito di Paolo Barbaro pubblicato da Marsilio. Nella prima parte di Le due stagioni, denominata Prima estate, Dario, un maturo assicuratore sposato e con figli, sempre in viaggio tra Trieste e Vienna, si concede un’avventura con una bella signora veneziana, Bruna: una donna – con divorzio in corso – che ha come rimosso il proprio passato, conservandone solo una simbolica vecchia pendola. Il viaggiare continuo maschera bene gli incontri clandestini; finché Dario cambia sede di lavoro e Bruna si trasferisce a Milano presso la figlia. E tutto finisce, come l’estate. Nel Diario d’inverno lo scrittore ormai anziano, quasi confinato in casa e nella sua stanza, si prepara all’uscita dal “mondo irreale”: appunta i rari incontri, rievoca, si osserva, gode della felicità di un quarto d’ora all’aria aperta. Le due stagioni è un’elegia alla meravigliosa e immutabile brevità del tempo umano, celebrata nello scenario di una città immortale.
Le stagioni che danno il titolo a quest’opera di Paolo Barbaro non sono solo quelle del tempo, ma anche – e soprattutto – quelle dell’anima, del corpo, della vita. Nella prima parte del dittico, Dario, assicuratore quarantenne con moglie e figli, insegue il desiderio e l’ardore perduti lasciandosi rapire da Bruna, che due pomeriggi a settimana, dopo il lavoro, lo aspetta nella casa di Sant’Elena, a Venezia. Nel susseguirsi della dolce monotonia amorosa, basterà però un piccolo cambiamento a spezzare l’incantesimo dell’idillio. Nella seconda parte, il protagonista ormai anziano, che la malattia costringe a un’immobilità sempre più definitiva, osserva il mondo dal suo ultimo riparo nella città lagunare: la casa. È una cronaca della fine, un consapevole e sereno accomiatarsi dalla realtà che lo circonda, mentre la sua realtà si riduce sempre più a una stanza, alla voce della moglie, al saluto di un amico, ai vividi ricordi che tornano a fargli visita da un passato lontano. Nel dipanarsi di queste ondate di racconti e memorie, Venezia si manifesta ancora una volta come vera, vitale protagonista. Con ponti, canali, campielli, giardini segreti e terrazze sul mare, ordisce trame e incrocia destini, favorendo incontri, spaesamenti, addii. L’acqua alta si fa allegoria della fine che incombe, anche se pagina dopo pagina è un’altra metafora – di speranza – a imporsi. Nel suo invecchiare, l’uomo somiglia infatti a quella Sant’Elena tra le cui calli Dario rincorre una passione che credeva perduta: vede cambiare la sua forma esteriore, proprio come è accaduto all’isola nel corso del tempo, ma dentro di sé rimarrà per sempre un essere inquieto, affascinato dalla bellezza e in cerca d’amore.
Paolo Barbaro (1922-2014), ha esordito con Giornale dei lavori nel 1966. Fin dai primi libri usciti per Einaudi e Mondadori tra il 1966 e il 1980 si è imposto all’attenzione della critica italiana e internazionale. Tra le opere più recenti, tradotte in diverse lingue: Diario a due (Marsilio 1987), Ultime isole (Marsilio 1992), La casa con le luci (Bollati Boringhieri 1995), L’anno del mare felice (il Mulino 1995), L’impresa senza fine (Marsilio 1998), Con gli occhi bianchi e neri (Marsilio 1999), Il paese ritrovato (Marsilio 2001), L’ingegnere, una vita (Marsilio 2011) e Cari fantasmi. Frammenti per un’autobiografia (Marsilio 2013). Ha vinto i Premi Buzzati, Comisso, Flaiano, Pisa, Teramo, per tre volte il Premio Selezione Campiello e per due volte è stato finalista del Premio del Pen Club italiano.