Cari amici di leggere a colori come promesso abbiamo deciso di svelarvi qualche dettaglio in più sul romanzo di Maurizio Preti “Il quadro delle ossa” e di svelarvi un po’ di curiosità sull’autore che ci ha colpito per la sua immediatezza, con una scrittura davvero raffinata. Chi è Maurizio Preti? Cosa racconta nel suo nuovo romanzo? Scopriamolo insieme!
Benvenuto, volevamo cominciare questa intervista aggiungendo qualche dettaglio in più sull’autore di “Il quadro delle ossa”, come e dove nasce il Maurizio Preti scrittore?
Da lontano. L’età mi ha fatto vivere la vera transizione digitale, prima la radio con i suoi transistors, poi la televisione in bianco e nero, poi quella a colori che ha sfondato il mobile con il suo peso, poi i led, i computer, il gsm, i nuovi cellulari, internet ed infine i social. Suoni, facce ed immagini in movimento per decenni, che io ho cercato sempre di fermare in una parola, in una frase, in una pagina. Certo, uno sguardo è più potente di mille parole, ma la capacità di intrappolarlo in una locuzione è la più grande delle emozioni, credete a me. Un archivio di anni conservato in un cassetto, che cresceva desiderando prima o poi di venir fuori per essere condiviso.
Un incidente stradale è stato la causa, un incidente che mi ha fermato per un anno, mi ha costretto a vendere la mia azienda e a riposare in un letto. Da lì sono nati i primi romanzi, razziando in quel cassetto emozioni e immagini perdute, la terza opzione con la fantasia della disperazione dei piccoli e il sinistro premonitore del covid che sarebbe scoppiato di lì a poco, il caso san Giusto romanzo destinato nel mio entusiastico narcisismo al mercato americano, la riserva di Comneno, una rivisitazione storica dell’epoca del doge centenario Enrico Dandolo che ci riporta alle macchinazioni dei giorni nostri ed infine il quadro delle ossa, nato da un fatto di cronaca fortunatamente finito bene per il protagonista, un bambino perdutosi nel bosco e ritrovato due giorni più tardi mezzo congelato ma vivo e vegeto. Un fatto qualunque che ha scatenato la mia fantasia e la voglia di raccontare. Da lì nasce lo scrittore, dalla realtà di tutti i giorni e dal passato che non si dimentica.
Ecco, quindi questa idea per la storia che ha voluto romanzare nasce da un fatto di cronaca, oggi sentiamo molti episodi di cronaca nera che spesso superano la fantasia di molti scrittori, non trova?
Per essere obiettivi nessuno vede mai le cose come realmente sono, c’è qualcosa dentro di noi che ci suggerisce spesso come dovrebbero essere … e allora? Abbandoniamo la strada che vediamo per incamminarci verso quella che non vediamo e neppure sappiamo dove ci porterà. Come ho detto un banale fatto di cronaca, felicemente conclusosi, sta alla base del romanzo ma quella vocina suggeriva dentro che magari sarebbe stato più interessante se … perché no? mi sono detto immaginando un mondo alla rovescia dove la cronaca diventa nera, ma dove allo stesso tempo ci sono persone capaci di porvi rimedio, nessun eroe però, solo attori dotati di buon senso, in grado di mettere in atto le stesse azioni che ciascuno di noi avrebbe compiuto trovandosi nella medesima situazione.
“Il quadro delle ossa”, è un libro molto forte, forse rispetto ai precedenti sembra esserci una maggiore crudeltà dei crimini, è frutto forse della nostra moderna società?
Non c’è differenza di crudeltà tra il trascorso assassinio di un presidente americano e il più recente omicidio di un giornalista fatto a pezzi nell’ambasciata. Le differenze consistono invece nella loro narrazione. Seguito dai giornali di tutto il mondo come un romanzo di avventura ancora in corso il primo caso attraverso indizi che non hanno portato da nessuna parte, privilegiata la greve descrizione del macabro sezionamento, già dimenticato peraltro, il secondo caso. Nell’un caso e nell’altro c’è sempre la voglia di stupire il proprio pubblico con i mezzi disponibili nel loro contesto storico. Fin tanto che il pubblico risponde, la narrazione continua.
Il quadro delle ossa, nel suo scorrere, si è semplicemente imbattuto in un argomento delicato (traffico d’organi, minori uccisi, medici comprati, esperimenti proibiti) toccando nervi scoperti e lo ha dovuto descrivere, tutto qui.
Oggetti antichi, omicidi, bambini scomparsi questo suo romanzo ci ricorda molto i romanzieri americani dell’orrore o del Giallo classico, c’è forse un autore per eccellenza che stima particolarmente?
Per quanto riguarda i romanzi dell’orrore americani, non amo particolarmente Stephen King per la sua esagerata voglia di colpire la fantasia del pubblico ad ogni costo, con il terrore, l’orrore, financo con il ribrezzo. Sono parole sue! Preferisco il sottile ragionamento, lo scavare lentamente nell’inconscio. Al confronto molto meglio Thomas Harris, il padre di Hannibal Lecter. Scrittore professionale, pochi libri, ognuno un successo internazionale! Inoltre non concede interviste e questo è veramente notevole nella nostra moderna società, come l’avete chiamata voi. Per quanto riguarda me, preferisco la narrazione serrata di Jeffrey Deaver fatta di colpi di scena e di ragionamenti logici che portano alla soluzione dell’enigma con la ovvia complessità, non disgiunta da un pizzico di ironia. Ma, onore al merito, ci sono giallisti di pregio anche tra gli autori Italiani, per non parlare del solito Montalbano di Camilleri mi fermo ad Antonio Manzini, ma l’elenco sarebbe davvero molto lungo.
Il disegno grottesco, l’indizio che ad un certo punto viene ritrovato, mi ha fatto pensare ad un classico dell’orrore di Dario Argento, forse è un caso, pensa che il cinema italiano possa aver influenzato la sua narrazione?
Premetto che non sono un cinefilo, mi piacciono i film leggeri, d’avventura, spesso spionaggio e poco altro. Avrei aggiunto western, ma sono sempre più rari. D’altra parte chi non conosce Dario Argento? Vasta produzione è stata la sua, amata e criticata allo stesso tempo. Mi fermo a Profondo Rosso e Suspiria. Mi colpì allora la capacità delle storie di portare a conclusioni opposte a quelle che apparentemente il buon senso avrebbe consigliato, ma non ho mai apprezzato il continuo incarognirsi su dettagli raccapriccianti nel tentativo di stupire lo spettatore. In realtà devo aggiungere all’elenco dei suoi film Le cinque giornate, con protagonista Adriano Celentano, forse il lavoro più lontano dal format di Argento e che con l’horror nulla ha a che fare, segno che anche il disincanto, tema del film, può farsi apprezzare allo stesso modo.
Tornando al suo romanzo, il professore ed il commissario sono davvero due personaggi molto ben riusciti, è un duo che ha un forte carisma secondo me, leggeremo ancora di loro in un futuro romanzo?
Il commissario con esperienza, in grado di cavarsela anche nei frangenti più complicati, il professore che usa il buon senso e nelle difficoltà si fa prendere dall’ansia e dalla paura, come farebbe chiunque di noi. A ben vedere sono le facce della nostra quotidianità, l’esperto che si completa nell’uomo comune, da soli non si fa niente, insieme si vince la partita.
Non posso escludere che tornino in gara, anche se, come avete notato anche voi, i miei romanzi descrivono ognuno un momento, un sentimento, una situazione particolare e da lì fanno partire la storia, sempre diversa peraltro. I personaggi per ora sono un dettaglio, se venissero riproposti diventerebbero invece loro stessi la storia, vedremo … sarebbe un bel cambio di paradigma.
Attualità, nella risposta precedente ha citato il covid, vista la passata pandemia, le restrizioni che hanno costretto molti editori e molti autori a stare lontani fisicamente dal proprio pubblico di lettori, quanto ha pesato tutto questo?
Ho iniziato a tirar fuori dal mio “cassetto letterario” pezzi di scritti per farne libri finiti proprio nel bel mezzo della pandemia. In realtà, nel mio piccolo e a modo mio, ho pensato di contribuire a dare una mano a quanti, costretti loro malgrado ad isolarsi, avessero voluto passare qualche ora leggendomi. Quindi un rovesciamento di prospettiva in questo caso, invece di star lontano ho cercato di avvicinarmi al mio pubblico. Spero d’esserci riuscito. Non nego tuttavia che la pandemia ha inciso anche su di me, ho dovuto rinunciare ad alcuni eventi, come una trasmissione televisiva di presentazione di un mio libro e a ritirare un premio per un concorso letterario al quale un altro mio libro è andato in finale. Il futuro ci sarà sicuramente più amico.
Grazie per il tempo che ci ha dedicato. Vorrei concludere entrando nella sua fucina letteraria: può svelarci qualche segreto? Come nasce la composizione di un’opera romanzata, quali sono le giuste precauzioni da prendere o le “dritte” per scrivere un buon libro come il suo?
Devo premettere ahimè che non ho un metodo. Normalmente il racconto si ispira ad un fatto reale, accaduto nel tempo anche remoto, che chiama in scena i personaggi coinvolti. Costoro muovono i primi passi cominciando a dialogare tra di loro, dalle loro domande si diparte la trama, le risposte poi conducono spesso verso mete inattese.
Alla fine il romanzo se lo scrivono loro, come è giusto che sia, in definitiva sono loro a popolarne le pagine, io, semplice cronista, ci metto soltanto il buon senso (non sempre peraltro, alle volte un pizzico di incoscienza può essere utile) cercando di curarne gli eccessi e di aiutarli nelle scelte, proponendo le varie alternative per prendere decisioni che porteranno alle conseguenze finali.
Titolo: Il quadro delle ossa
Autore: Maurizio Preti
Pubblicato da Amazon - 2021
Pagine: 219 - Genere: Noir
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9798593166869
ASIN: B08SLD5G48
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📙 Versione Kindle
🌐 Sito - Pagina Ufficiale
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Il professor Massimo Giavazzi insegnava storia dell’arte al liceo classico della sua città, sessant’anni, una moglie e una vita tranquilla. Un giorno mentre si sta recando a messa, fa tappa da Gennaro il suo amico rigattiere che gli propone un quadro antico di poco valore, Giavazzi decide di regalarlo al parroco, così una volta preso il dipinto lo consegna in chiesa. L'indomani il suo amico Gennaro viene ritrovato morto, alcune persone hanno malmenato, pugnalato e infine ucciso l'uomo con una pistola. Sembra che questi tre loschi individui siano alla ricerca di quel quadro che nasconde un segreto sconcertante.

Ringraziamo ancora l’autore Maurizio Preti per la sua disponibilità e la sincerità nel raccontarsi e nello svelarci i particolari del suo ultimo libro, siamo davvero felici di avere questa grande possibilità di presentarvi autori che hanno il talento di accendere la curiosità del lettore in una maniera così semplice e diretta. Non capita tutti i giorni di poter ascoltare il pensiero e le idee di un romanziere come Preti.
Il quadro delle ossa è un libro che lascerà un segno indelebile su chi sceglierà di passare qualche tempo tra il mistero e il brivido, potrete indagare nell’animo umano e vivere un giallo trascinante in prima persona.
Fabrizio Raccis