
Autore: Marco Malvaldi
Pubblicato da Sellerio - Luglio 2018
Pagine: 240 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La Memoria

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Alberto Corradi ha affidato al suo testamento la confessione di un omicidio da lui commesso cinquant’anni prima. Secondo le sue parole, nel maggio del 1968 sarebbe infatti stato lui a uccidere con una fucilata al volto Camillo Luraschi, suo padre putativo. Il caso sembrerebbe potersi considerare chiuso, ma qualcosa nella tardiva ammissione di colpa sembra scricchiolare, aprendo nuove piste d’indagine per il vicequestore Alice Martelli e per i Vecchietti del BarLume.

Siamo un bar, con annesso ospizio, e stiamo facendo discorsi da bar. Per cui, sempre con lo spirito del discorso da bar, Pilade, ti chiedo: ho ragione o no?
Un vecchio caso mai risolto. Un caso datato 1968. Quando i delitti sembravano non poter essere che di matrice politica. Quando il sangue, ancor prima che dal gruppo sanguigno, era identificato dall’appartenenza ad un partito. Sinistra o destra. Era tutto lì. E in tutto ciò che i due schieramenti riuscivano a contenere.
Anche il delitto dell’imprenditore farmaceutico Camillo Luraschi era apparso rientrare nella medesima categoria. All’epoca, a essere indagato per l’omicidio fu infatti Carmine Bonci: operaio nell’azienda di Luraschi, con il quale non erano mancate provocazioni e vivide tensioni. E in quegli anni inquieti, durante i quali indulgenza e pazienza erano spesso virtù rare, il Bonci (ancora innocente fino a prova contraria), venne preso a bastonate da un gruppo d’improvvisati giustizieri. A pagare il conto più pesante fu Verdiana, la figlia ventenne, anche lei picchiata dalla stessa squadriglia e morta pochi giorni dopo a causa di un’emorragia interna.
Dopo quell’ennesimo spargimento di sangue, il caso venne archiviato. A riaprirlo, dopo cinquant’anni, è il figlio putativo di Luraschi: Alberto Corradi. È lui stesso a professarsi colpevole, nelle pagine del suo testamento, per l’omicidio del padre. Certo, essendo ormai morto, non sarà possibile perseguirlo penalmente e tantomeno condannarlo, ma le sue parole mettono fortemente in dubbio l’asse ereditario. Se la confessione di Corradi corrispondesse alla verità dei fatti, al figlio Matteo sarebbe infatti preclusa la possibilità di ereditare quello che a tutti gli effetti diventerebbe il frutto del delitto commesso da suo padre ai danni di suo nonno.
Per il vicequestore Alice Martelli si riapre così un caso spinoso e controverso, accantonato da mezzo secolo. Ma a rimuovere la polvere depositatasi negli anni ci pensano i Vecchietti del BarLume, tutt’altro che restii all’idea di riesumare ricordi ormai quasi raffermi e torbidi pettegolezzi. Presto però sarà il nuovo ad unirsi al vecchio e un altro omicidio, questa volta datato 2018, darà altri spunti di conversazione ai senescenti avventori del bar e nuovo lavoro ad Alice.
Qualcosa appare subito evidente: anche la nuova vittima, Ubaldo Giaccherini aveva lavorato nell’azienda di Corradi. È solo una coincidenza o c’è qualcosa in grado di legare due delitti avvenuti a cinquant’anni di distanza?
Per arrivare alla verità, oltrepassando bugie e travisamenti, sarà importante non tralasciare nessun dettaglio, cercando di fare luce su ogni aspetto della storia, sia passata che attuale.
Approfondimento
Chi ha letto i romanzi di Marco Malvaldi conosce bene la gang dei Vecchietti del BarLume di Pineta (città immaginaria della provincia pisana): i quattro politicamente scorretti della banda della “Magliadilana”. I non più giovani che hanno fatto della sala biliardo del bar una seconda casa più amata della prima. Detective in erba sempre pronti ad emozionarsi davanti a una nuova indagine. A portare loro spuntini ed estratti di verdura, frenando qualche teoria esageratamente fantasiosa, è Massimo Viviani, proprietario del bar, fidanzato di Alice e nipote di Ampelio, uno dei (fantastici) quattro Vecchietti.
Senza Massimo il BarLume non sarebbe sicuramente lo stesso: uomo logico, pragmatico e attentissimo ai dettagli, nelle pagine di A bocce ferme sarà alle prese con una decisione che minaccia di scombussolare per sempre la sua vita. Ma come gli ricorda Tiziana, sua socia ed amica, “se tenti di controllare ogni singolo aspetto della vita, non ti succederà mai niente di veramente importante”. Raggiunto il traguardo dei cinquant’anni, sarà finalmente arrivato anche per Massimo il momento di rischiare, lanciandosi alla cieca in un’avventura che potrà rivoluzionargli completamente l’esistenza?
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