
Autore: Alessandra Selmi
Pubblicato da Nord - Agosto 2022
Pagine: 496 - Genere: Narrativa Italiana, Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrativa Nord
ISBN: 9788842932277
ASIN: B0B77X3SRL

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"Il luogo che cerchi non esiste sulla terra."
L’amore non basta. Non basta quando sei un operaio, non basta quando la tua vita non ti appartiene perché sei povero, non basta quando sei ricco perché hai dei doveri e delle responsabilità. Delle tante vite che si intrecciano in questo romanzo corale tutte hanno lo stesso filo conduttore: l’amore. E non c’è distinzione sociale perché si ama allo stesso modo, non serve essere colti o belli, intelligenti oppure no, ricchi o poveri, buoni o cattivi. Tutti incontrano le loro difficoltà, seppelliscono i loro sogni, ne creano altri, cadono e si alzano, a volte si arrendono, a volte feriscono altre perdonano. Nel villaggio dei Crespi ognuno cerca di trovare un po' di felicità, un po' di serenità, un riscatto, un senso alla propria esistenza, perché anche chi non ha nulla se non sé stesso può sperare di essere ricordato: con amore, con disprezzo, non è importante ciò che conta per ognuno è aver fatto parte di “qualcosa” di essere stato a suo modo importante di essere appartenuto a qualcuno, a un luogo, di lasciare in questo mondo anche un piccolissimo segno. Al di qua del fiume è un bellissimo romanzo che ci ricorda, senza giudicare, le nostre radici, quello che siamo stati, il valore dei nostri sentimenti, la lealtà, il perdono e la crescita, a volte dura a volte amara a volte dolce, invitandoci a riflettere sulle cose che diamo per scontate che invece sono sempre il frutto di lacrime e sacrifici da chi ha lottato per noi in un tempo che alla fin fine non è poi così lontano e diverso dal nostro.

Il tuo destino è il destino comune di tutti. In ogni vita deve cadere un po’ di pioggia.
Cristoforo Crespi è un uomo benestante, fa parte di una grande famiglia di tintori. È sposato, ha dei figli, una buona posizione sociale ma soprattutto ha un sogno: vuole creare un piccolo mondo perfetto che si giri tutto intorno ad un cotonificio. Ha la terra ma non le risorse, ha la gente ma non la fortuna che gli sembra avversa. Dopo molte traversie finalmente riesce a ottenere la possibilità di avviare il suo progetto, una fabbrica diversa dalle altre più “umana” che possa dargli la fama che vuole. Ma Cristoforo sa che nessun uomo, per quanto ricco, può vincere da solo, per questo si circonda di gente valida, gente che lavora e che si fida di lui: ed ecco che ci sono i Malberti, forti e rancorosi, i Vitali, fieri e fiduciosi, ci sono gli uomini e le donne, i bambini di Canonica d’Adda che lo aiuteranno a realizzare il suo sogno. Per alcuni il prezzo da pagare sarà altissimo, parte di loro li perderà lungo il cammino, alcuni li terrà con sé fino alla fine. In questo scenario a cavallo tra una guerra ed una dittatura si muovono in particolare le vite di Silvio, figlio di Cristoforo, ed Emilia, figlia di Vitali. Un ragazzo e una ragazza che intrecciano le loro vite i loro sogni e le loro speranze con quelli di un’intera comunità.
Nonostante Cristoforo cerchi di dare ai suoi operai una vita dignitosa i tempi sono duri per chi lavora in fabbrica per dodici ore al giorno. Travolto dalla prima guerra il cotonificio sopravvive per l’abnegazione dei suoi lavoratori. Intorno a questa fabbrica, come una macchia di olio, si allargano altre vite, quella dell’Agazzi per esempio che perde una gamba durante la costruzione della fabbrica, ma che lotterà fino alla fine, di suo figlio Rino, che nonostante la miseria del tempo dentro di sé resta un galantuomo.
Silvio ed Emilia sempre vicini crescono insieme, ma la loro differenza sociale, incombente senza pietà, li divide e li ferisce, ognuno a suo modo cerca di sopravvivere. Silvio parte per l’estero, tornerà un uomo cambiato, lungimirante disposto a fare carico su di sé il peso dell’intera famiglia. Emilia realizzerà il suo sogno di diventare maestra ed imparerà cosa significa amare ma soprattutto essere amata.
La Seconda guerra ancora non è ancora arrivata e già si contano i caduti dei cambiamenti di un regime che arriva e come un vento spazza via tutto e tutti facendo crollare i sogni ed i desideri di un’intera generazione.
Ma ci sono cose che nemmeno il peggior uragano può spazzare via, la speranza, l’amore, la forza di ricominciare sono la chiave di questo bellissimo romanzo che darà ad ognuno di noi la possibilità di essere uno degli abitanti del villaggio al di qua del fiume.
Approfondimento
Lascio quel che resta di un sogno, ma non smetterò mai di sognare.
Al di qua del fiume è un tuffo nel passato del nostro paese, un passato che molto spesso tendiamo a rimuovere, un po’ per vergogna, perché le condizioni di vita della gente erano veramente inumane, un po’ per superficialità, perché crediamo che poi alla fin fine le cose non dovevano essere poi così dure…
La questione invece, è che sia che questo libro dia un’immagine netta chiara e pulita, senza giudicare o commentare con falso buonismo quello che era la vera vita di una classe povera nell’Italia del Nord.
Siamo sinceri le fabbriche erano posti dove si lavorava fino a morire, ci si ammalava e la mano d’opera costava così poco che, come si suo dire, morto un Papa se ne fa un altro. In pratica i poveri erano talmente che tanti che se ne morivano dieci se ne trovavano venti, Era così, non c’è da scandalizzarsi; perché allora la vita era dura, ma seriamente. Il modo in cui il libro è scritto è fluido, coerente e avvincente. I personaggi sono descritti nei loro peggiori difetti allo stesso modo in cui vengono descritti i loro pregi. Come nella vita reale nessuno è veramente cattivo, nessuno è veramente buono. Cristoforo Crespi che cerca a tutti i costi di essere giusto non esita a mettere in fabbrica bambini di appena nove anni e sottopagare le donne. Ma lui è un uomo dei suoi tempi, come del resto lo sono tutti.
Leggere la sincerità con cui Al di qua del fiume è scritto mi ha fatto un po’ male, anche io come tutti tendo a non voler pensare a quello che è stato, ed a non tenere conto che tutto quello che ora mi sembra un diritto sia stato guadagnato da altri con sudore, dolore e fatica.
A volte leggere di fatti così reali mi ha fatto un po’ male, ma le storie sono così avvincenti e ben scritte, i personaggi così vivi che nemmeno mi sono accorta che ero arrivata alla fine.
Un libro che vi consiglio davvero molto. Ben scritto, dettagliato senza essere noioso, fa intuire quello che non viene scritto e fa sperare in quello che nasconde. Sono certa che sarete d’accordo con me quando chiudendolo vi sembrerà di essere con Emilia ai piedi del pino, con le mani nella terra a suggellare un patto d’amore eterno.
Antonella Flavio