
Autore: Antonella Ferrari
Pubblicato da Morellini - Giugno 2023
Pagine: 152 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Varianti
ISBN: 9791255270324
ASIN: B0C6KRKNCH

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Nel 1768, a San Teodoro, Sardegna, Oviddè è ancorato a regole arcaiche. Nonostante ciò, Giuseppe e Giulia, due bambini intraprendenti, sfidano le imposizioni familiari per coltivare il loro amore in un territorio ostile. Giurano eterno amore consapevoli degli ostacoli e dell'opposizione familiare, ma credono che il loro legame trascenderà un destino crudele. Tuttavia, la vita si dimostra più severa dei sentimenti, conducendoli a un futuro di silenzi e dolore, ma le loro anime perdurano attraverso i secoli.

Da maggio a ottobre Giulia non si perde una nuotata nelle acque di Oviddè. Nessuno le ha insegnato a nuotare, ha imparato da sola. Tanta la passione e l’affinità con l’acqua, che le è bastato osservare attentamente i pochi bagnanti, chiedere lumi ogni tanto, e d’un tratto ha iniziato a domare le onde, a raggiungere il fondale fino a sfiorarlo.
Siamo alla fine del 1700 a San Teodoro, un paesino della Sardegna. Qui ci sono poche famiglie, alcune borghesi con piccoli empori, altre povere e composte da pastori e pescatori. Chi sa leggere e scrivere e chi vive di stracci ed elemosina.
La famiglia di Giulia è benestante, suo padre Bruno ha una bottega. Al contrario, la famiglia di Giuseppe vive alla soglia della povertà, ma sia lui che la sorella Rebecca hanno imparato a leggere grazie a Giulia, una qualità che permetterà a entrambi di farsi un futuro in continente. Giulia e Giuseppe sono innamorati, il loro amore è profondo e importante, anche se sono giovani, e perdura negli anni. Si incontrano di nascosto all’isuledda, in una catapecchia vicino al mare, su una spiaggia rosa con i fenicotteri, un posto incantevole, che li vede insieme fino a che Giuseppe non decide di partire per fare fortuna. Il padre di Giulia, Bruno, non ha alcuna intenzione di far sposare sua figlia a Giuseppe. Per lei preferirebbe altri pretendenti, ricchi e colti, e farà qualsiasi cosa per separare i due giovani, ma non riuscirà nel suo intento. Bensì sarà un altro personaggio la causa della rovina della loro storia, un semplice postino dal cuore malvagio.
Giuseppe parte per il continente, le sue lettere si fanno sempre più rade, la stessa Rebecca, la sorella, non ne riceve neppure una, forse qualche biglietto di auguri natalizi, ma null’altro. Sospettano che lui si sia dimenticato e abbia fatto fortuna chissà dove, costruendosi una famiglia migliore. La delusione è tanta, Giulia cresce e invecchia, resta zitella, preferisce abbruttirsi ed evitare gli sguardi degli uomini. Bruno, dopotutto, è felice. Piuttosto che vederla sposata a Giuseppe la preferisce così triste e sola.
Un giorno però la provvidenza ha un regalo per Giulia: una piccola neonata viene lasciata alle suore e Suor Concetta, tanto devota a Giulia, decide di parlargliene affinché lei, nell’attesa del ritorno della vera madre, possa occuparsene e accudirla. Giulia crescerà Benedetta fino ai tre anni come fosse la sua figlia prediletta e Bruno, divenuto nonno, cambierà totalmente carattere, addolcendosi. Per alcuni anni quindi la famiglia di Giulia vedrà solo momenti gioiosi fino che la madre naturale tornerà e deciderà di riprendersi Benedetta. A questo punto il totale tracollo: Giulia invecchierà improvvisamente e Bruno verrà colpito da un brutto male che se lo porterà via. In poco tempo quella poca felicità raggiunta verrà sbrindellata dal destino crudele. Anche Giulia, senza notizie di Giuseppe e senza poter donare amore a Benedetta, morirà ben presto, lasciando un vuoto anche nel paese. La donna infatti si era fatta molto amare dal popolo perché con i profitti della bottega anziché investire donava per sfamare e istruire i suoi compaesani.
La causa della morte di Giulia fu soprattutto l’amara scoperta che il postino del paese si era appropriato delle lettere e del denaro che Giuseppe inviava alla sua famiglia e a Giulia, nascondendo così lo stato di salute del suo innamorato e impedendo che la loro storia potesse avere un seguito positivo. Quando Giuseppe tornò al paese distrutto e stanco, ormai vicino alla morte, non trovò più Giulia se non la sua tomba, e il suo desiderio di passare con lei gli ultimi momenti della vita fu miseramente annientato.
Anche Giulia aspetta, ma solo per chiarire le cose, ormai la sua vita è andata. I capelli color nocciola sono divenuti grigi, il volto è segnato dal tempo, sulle mani macchie tonde e marroni stanno coprendo le dita. Gli anni senza notizie, due cuori ipotecati senza possibilità di riscatto, rimorsi e rimpianti, a questo pensa ogni sera. C’è bisogno di rivedersi, piantarsi gli occhi negli occhi e la verità parlerà per loro; emergeranno le colpe altrui e il sentimento incorrotto in fondo all’anima, incagliato lì da sempre. E poi? Si chiede Giulia, saremo in grado di lasciar andare l’altro di nuovo, perderci ancora senza esserci ritrovati?
Se la storia si fosse conclusa così avrebbe lasciato nel lettore una grande amarezza, ma Antonella Ferrari decide di proseguire la narrazione presupponendo che altri due personaggi, Laura e Vanni, possano realizzare quell’amore impossibile, partendo sempre da San Teodoro. Però la descrizione sommaria dei secondi protagonisti e il campato rapporto che intercorre fra i due fa acqua da molte parti. Laura, una donna matura, lascia la città per avventurarsi nella sua Sardegna. Qui incontra Vanni, un istruttore, e fra i due la scintilla è immediata, ma il tutto scatta senza un particolare perché. Il perché è solo San Teodoro e l’amore di entrambi per l’isuledda. Manca molto contenuto e le vicende in contemporanea delle amiche di Laura con Angelo, il venditore ambulante, stonano con l’insieme regalando grande confusione. Insomma se i primi capitoli de L’isuledda avevano illuso il lettore con un romanzo malinconico, ma appassionato, gli ultimi lo faranno ricredere.
Approfondimento
Il prolungamento dell’amore di Giulia e Giuseppe dovrebbe rivivere nel 2018 con Laura e Vanni, ma in realtà la brevità della storia che li coinvolge e il modo in cui si vengono a conoscere è privo di solidità. Restiamo appesi a un epilogo frettoloso e anche in qualche modo abbozzato velocemente senza un senso logico, mentre in precedenza il racconto della relazione fra Giulia e Giuseppe è decisamente più vivace, vivido e interessante. Ci si aspettava senz’altro un finale più strutturato e anche magico, per continuare quelle emozioni che la scrittrice ci ha trasmesso all’inizio, ma si resta profondamente delusi. Un peccato perché il materiale non manca e la scrittura dei primi capitoli è immersiva, un’opera che poteva rappresentare quasi un capolavoro, il rimaneggiamento della fine aggiusta il tiro, ma manca di pepe.
Nausicaa Baldasso