
Autore: Andrea Camilleri
Pubblicato da Sellerio - Maggio 2018
Pagine: 264 - Genere: Gialli, Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: La Memoria

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Questa volta Mimì Augello se la vede brutta: nella casa dell’amata di turno rientra inaspettatamente il marito; e così, costretto a calarsi dalla finestra per salvare pelle e reputazione, finisce per trovare riparo nell’appartamento del piano di sotto, dove, nel buio intravede un corpo steso sul letto, completamente vestito e irrigidito dal gelo della morte. Di un morto ammazzato ritrovato sul letto viene informata la polizia, solo che non si tratta di quel morto, perché è in tutt’altra casa, anche lui con l’abito buono. Come può essere accaduto? E che ne è stato dell’altro cadavere? Perché tutta la scena del crimine ha qualcosa di strano che sa di teatro? Parte da questo groviglio la nuova indagine di Salvo Montalbano, ed è proprio il teatro il protagonista del romanzo; la vittima, Carmelo Catalanotti, aveva una vera passione per le scene e dedicava tutto il proprio tempo alla regia di drammi borghesi e sarà proprio il teatro a fargli trovare la soluzione del doppio cadavere.

Chi munno era chisto nel quali all’omo si livava il travaglio, la possibilità di guadagnarsi onestamente il pani?
Il commissario Montalbano si trova stavolta difronte ad un caso “strammo” assai! Perché questa volta i morti ammazzati sono due, solo che di uno dei due, rinvenuto in maniera fortuita da Mimì Augello – costretto a scappare dalle braccia dell’amante per l’improvviso arrivo del di lei marito -, non si ha notizia. Nessuno denunzia il ritrovamento del cadavere, nessuno denuncia la scomparsa. Ma come se ciò non bastasse, il morto “vero” è un tipo altrettanto strano, perché di Carmelo Catalanotti, della sua vita privata, dei suoi affari, nessuno sa nulla, l’unica cosa certa è che aveva una passione smisurata, quasi maniacale per il teatro, con una propensione per i drammi borghesi ed un metodo tutto suo per scoprire se un attore avesse potuto ricoprire o meno un determinato ruolo.
Nell’abitazione di Catalanotti, Montalbano rinviene una quantità smisurata di carpette contenenti appunti e valutazioni di aspiranti attori e il nostro commissario capisce subito che lì c’è la chiave di volta per risolvere il caso.
Come se non bastasse un’indagine così particolare, a complicare la vicenda, e soprattutto il cuore di Salvo Montalbano, arriva Antonia Nicoletti, nuovo capo della scientifica, una donna giovane, intelligente, libera e volitiva, così diversa da Livia, che affascina e sconvolge il nostro commissario. La vicinanza di Antonia fa da contraltare alla lontananza, sia fisica che emotiva, di Livia e proprio il carattere vulcanico e irruente di Antonia spariglia gli equilibri emotivi di Montalbano, lo fa sentire di nuovo vivo, accende nuovi sentimenti. In questa situazione così complessa anche dal punto di vista emotivo, Montalbano dovrà imparare in fretta il linguaggio del teatro per scoprire il mistero del doppio omicidio.
Il metodo Catalanotti, come tutti i romanzi di Andrea Camilleri, non è solo un giallo, ma è un’indagine profonda sulle passioni, sull’impegno civile, sulla nostra identità, su come a volte realtà e finzione si mescolano, i sentimenti inciampano gli uni sugli altri e la passione diventa ossessione, la quotidianità diventa una prigione, e Montalbano cerca un buco nella rete attraverso cui fuggire per riscoprire un altro se stesso.
La bellezza della scrittura di Andra Camilleri sta nella straordinaria capacità di tracciare scenari, ambientali e psicologici, entro i quali, come un “puparo” esperto, muove i protagonisti del romanzo, ma allo stesso tempo smuove e sconvolge anche il lettore, trasportato ormai anima e cuore a Vigata. E allora ci sentiamo vicini a Montalbano, a Fazio, a Mimì, all’immancabile Catarella, li conosciamo da sempre, abbiamo il suono della loro voce nello orecchie, sentiamo i sapori, i colori e gli odori della loro Sicilia, viviamo le loro passioni come fossero le nostre.
Approfondimento
In questo romanzo scopriamo un Montalbano diverso, benché con la solita sagacia e intelligenza, lo vediamo invecchiato, insoddisfatto, appiattito nella routine di un rapporto a distanza, che benché logoro e consumato, è pur sempre amore, o meglio l’unica forma di amore che abbia mai conosciuto. Mostra il suo lato più umano Montalbano, scosso da una crisi di mezza età che lo porta a ripensare alla sua vita, al suo amore per Livia, al suo mestiere, lasciando nel lettore una vena di malinconia, una sensazione dolce-amara, come di rimpianto e di nostalgia.
La distanza che ‘na vota faciva cchiù forti il loro ligami, quella mancanza che si tramutava ‘nveci in una prisenza continua, ora era semplicementi luntanza, assenza. E nisciuno dei du’ aviva fatto un passo, un passo vero, per addicidiri di colmari quell’assenza.
Romina Celani
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