La letteratura per bambini in Italia ha una storia ricca e variegata, che affonda le sue radici nel profondo passato e continua a evolversi naturalmente, siamo come linguaggio sia attraverso gli strumenti che vengono utilizzati a supporto della narrazione. Penso alle illustrazioni, ai podcast dedicati ai più piccoli, elementi che possono catalizzare la loro attenzione. Non dovremmo considerare però la narrativa per l’infanzia in Italia solo come un mezzo per intrattenere i più piccoli ma anche uno strumento fondamentale per la loro crescita e formazione. Perché lo è, e basta entrare nelle scuole per vedere come le insegnanti utilizzino la letteratura, classica e contemporanea, per portare valori importanti con leggerezza.
La narrativa per l’infanzia in Italia ha visto la luce nel XIX secolo, con figure chiave come Rousseau, Collodi e De Amicis che hanno posto le basi per un genere letterario che considero senza tempo. Il famoso “Pinocchio” di Carlo Collodi, ad esempio, è diventato un’icona mondiale, amato da generazioni di bambini. Ed è stato ripreso da tantissimi autori in seguito con molte varianti. tempo fa vi presentai una versione illustrata di Pinocchio da Daria Palotti davvero pregevole. Che questo genere letterario possa portare qualcosa di importante nelle nostre famiglie ne sono convinti i genitori stessi che generalmente apprezzano molto la letteratura per bambini, riconoscendone il valore educativo e lo sviluppo dell’intelligenza emozionale. Molti genitori sono attenti nella scelta dei libri per i loro figli, cercando opere che non solo intrattengano, ma che offrano anche messaggi positivi e stimolanti.
Quello che emerge dai dati Istat e dal volume di vendite, sempre maggiore nel corso degli anni, mostra che i genitori italiani ben volentieri partecipano attivamente alla promozione della lettura, premiando la diversità di generi e autori. Se vi siete fati un salto al Salone del Libro conclusosi pochi giorni fa di sicuro avrete visto la mole di offerta di libri e di eventi legati ai più piccoli. Anche la presenza di premi come il Premio Andersen, che celebra l’eccellenza nella letteratura per l’infanzia, è una riprova dell’attenzione e del sostegno dei genitori verso questo genere. Recentemente abbiamo pubblicato la recensione di “Tre soldi al paio“, un libro illustrato per bambini che si inserisce perfettamente in questo filone. È un libro piacevole, molto semplice da leggere perché corto e in rima e non manca di offrire messaggi positivi e insegnamenti utili.
Ho fatto una chiacchierata con l’autrice Fabiana Lanzi, mamma e laureata in Scienze e tecniche psicologiche con specializzazione in psicologia positiva e gestione emotiva, per conoscere meglio la genesi di questa storia, per avvicinarla ai vostri occhi e magari a quelli dei vostri cari bimbi.
Fabiana, il tuo ultimo libro “Tre soldi al paio” è una storia delicata che parla ai bambini di speranza, di sogni e della ricerca di un posto nel mondo. Di virtù da perseguire. Qual è stata l’ispirazione dietro questa narrativa?
L’ispirazione dietro il mio libro “Tre soldi al paio” è stata la mia personale esperienza di crescita e di scoperta del mondo da bambina. Ho voluto trasmettere ai giovani lettori l’importanza di credere nei propri sogni e di lottare per realizzarli, nonostante le difficoltà che si possono incontrare lungo il cammino. Ho voluto anche enfatizzare l’importanza della speranza e della determinazione nel raggiungere i propri obiettivi, incoraggiando i bambini a non arrendersi di fronte alle sfide e a credere in se stessi. Infine, ho voluto promuovere valori come la solidarietà, la gentilezza e il rispetto verso gli altri, sperando di ispirare i giovani lettori a diventare persone migliori e a contribuire positivamente alla società.
Certamente questo lavoro è il frutto di uno sguardo sulla società contemporanea. Come hai deciso quali valori includere nella tua storia?
Nel testo c’è una frase apparentemente poco significativa che il giocattolaio dice alla ballerina, la protagonista: “Ora che ho svolto la mia missione, è ora che me ne vada in pensione”, il concetto che racchiude è che bisogna avere il coraggio di lasciare posto al nuovo, lasciare spazio. Un concetto applicabile soprattutto alla nostra società, dove molto spesso questo non avviene, o avviene con molta fatica.

Autore: Fabiana Lanzi
Pubblicato da Edizioni del Faro - marzo 2024
Pagine: 40 - Genere: Bambini
Illustratore/illustratrice: Fabiana Lanzi Formato disponibile: Brossura

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Una storia che parla di speranza, sogni e della ricerca di un posto nel mondo. È un racconto che incanterà i bambini e toccherà il cuore degli adulti, ricordando loro l’importanza dell’empatia e della gentilezza.

Mi hanno catturato le illustrazioni che accompagnano la storia e ne raffigurano le scene. Come si integra il processo di illustrazione con la scrittura per te?
Per me, il processo di illustrazione si integra con la scrittura in modo complementare. Le illustrazioni riescono a dare vita alle scene e ai personaggi descritti nella storia, aggiungendo un’ulteriore dimensione emotiva e visiva al testo scritto. Quando scrivo una storia, cerco di visualizzare mentalmente le scene e i personaggi mentre li descrivo, e le illustrazioni possono aiutare a rendere quella visione più tangibile e coinvolgente per il lettore. Inoltre, le illustrazioni possono aggiungere dettagli e sfumature alla narrazione che altrimenti potrebbero sfuggire, contribuendo così a creare un’esperienza di lettura più ricca e immersiva.
“Tre soldi al paio” si legge con facilità ed è divertente. Quali sono state le sfide e le soddisfazioni dello scrivere in rima?
Scrivere in rima può essere una sfida stimolante perché richiede una certa creatività e capacità di giocare con le parole per farle combaciare in modo armonioso e significativo. È importante trovare le parole giuste che mantengano il ritmo e la musicalità del testo senza sacrificare il significato o la coerenza del messaggio.
Tuttavia, una volta superate queste sfide, scrivere in rima può essere molto gratificante. Le rime possono rendere il testo più accattivante e memorabile, catturando l’attenzione del lettore e creando un effetto di incanto e divertimento. Inoltre, la rima può contribuire a creare un ritmo e una struttura ben definiti, facilitando la lettura e l’interpretabilità del testo. Infine, le rime possono aggiungere un tocco di creatività e originalità al testo, trasformandolo in un’esperienza più coinvolgente e piacevole per il lettore.
I personaggi del tuo libro sono giocattoli che esprimono sentimenti umani. Allora questo libro è anche per i grandi? Quali messaggi vorresti che i lettori adulti traggano dal tuo libro?
Sì, questo libro è sicuramente adatto anche ai lettori adulti poiché affronta temi universali e profondi come la libertà e la genitorialità attraverso il simbolismo dei giocattoli che esprimono sentimenti umani. Vorrei che i lettori adulti riflettessero sul concetto di libertà, verso se stessi e sulla responsabilità che essi hanno nei confronti dei propri figli, sulla necessità di permettere loro di esprimere la propria individualità e di crescere in un ambiente libero da costrizioni e oppressioni.
Il giocattolaio non interviene mai in difesa della ballerina, ma si limita a credere in lei, nonostante le difficoltà, nonostante il piedistallo rattoppato, le sue note stonate e nonostante lei debba fronteggiare delle difficoltà.
La genitorialità dovrebbe essere fondata sulla fiducia reciproca e sull’accettazione delle differenze, permettendo ai figli di esplorare il mondo e di sviluppare la propria identità in modo autentico. La libertà è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dall’età o dalla natura dei legami familiari.
Credi che le storie classiche influenzino il tuo stile narrativo?
Le storie classiche potrebbero influenzare in maniera sottile il mio stile narrativo, ma non credo che mi influenzino in modo significativo. Anche se il testo ha un sapore anacronistico, cerco di rimanere fedele alla mia visione artistica e alla mia voce personale nella scrittura.
Hai già pubblicato “Le avventure di Re Hans” e ora “Tre soldi al paio”. C’è un filo conduttore che lega le tue opere?
Le opere sono un po’ lontane l’una dall’altra in realtà. Sebbene entrambe siano state realizzate con impegno e passione, devo ammettere che in “Tre soldi al paio” ho messo molto più di me stessa e della mia visione del mondo. Il concetto di rimanere se stessi e andare oltre le apparenze è il faro che guida la mia esistenza, è quello in cui credo. Non mi fermo mai in superfice, so che c’è sempre di più (o meno?) di quello che vediamo. Non mi fermo mai in superfice, mi annoia terribilmente!
Nelle avventure di Re Hans ho cercato il più possibile di non inserire un senso morale ma raccontare per volare con la fantasia.
Cosa ti spinge a scrivere per bambini? E continuerai in questa direzione o esplorerai altri generi letterari?
Mi spinge la voglia di creare storie che possano divertire, stimolare l’immaginazione e insegnare qualcosa di nuovo ai bambini. Scrivere per loro è sfidante, ti porta a metterti al loro livello e vedere il mondo con filtri diversi. Cercare di esprimere concetti profondi con semplicità è impegnativo più di quanto si possa immaginare, i bambini sanno cogliere e leggere oltre molto meglio di noi adulti, mi dà molta soddisfazione.
Continuerò sicuramente a scrivere per loro, ma non escludo di esplorare anche altri generi letterari in futuro. La mia passione per la scrittura mi porta ad essere sempre alla ricerca di nuove sfide e modi per esprimere la mia creatività.
Fabio Pinna